~Thayr RoeyaE lui che voleva parlare civilmente e risolvere la questione... Tutto quello che ottenne fu un bel pugno sul viso che gli spaccò il labbro e il diritto di prendersi a mazzate con quel tizio al posto di quello che ancora credeva essere una bella ladruncola, che se l’era già data a gambe tra l’altro.
-Ma porc...- ringhiò, mentre schivava i colpi dell’uomo e cercava di restituirne.
-Che cavolo! Fermati! Bastardo!- si lamentava intanto. Sentiva gli occhi dei passanti addosso, la cosa lo innervosiva nonostante non fosse lui la causa di quel casino anche per alcuni commenti che poteva sentire chiaramente e che lo ritraevano come il cattivo di turni; nessuno si era curato di ciò che era successo prima con Mythril quindi nessuno sapeva perché ora lui si trovasse in quella situazione.
Improvvisamente quel tipo, chiaramente furioso, tirò fuori un coltello con il quale tentò di di colpirlo più volte. Thayr, esperto nell’uso della spada, non faticò certo a schivare quei primi affondi, tuttavia nell’indietreggiare finì per inciampare in una lattina lasciata a terra da chissà chi e nonostante riuscì a non perdere l’equilibrio ormai era sul punto di incassare quel colpo dritto nello stomaco.
La scena rallentò incredibilmente ai suoi occhi; riuscì a percepire attimo per attimo l’avvicinamento di quella lama, prese consapevolezza del fatto che non avesse scampo e si rese conto di quanto fosse impotente in quel momento, tanto da non poter neanche proteggere la sua stessa vita.
Poi finì tutto: chiuse gli occhi attendendo di sentire il dolore della lama conficcata nella carne, il calore del sangue e la ferita bruciare ma nulla di tutto questo arrivò. Quando le palpebre si aprirono lentamente al boato della folla che si era fermata per godersi il termine dello scontro vide soltanto quella testolina argentea di prima; l’uomo si era accasciato di lato e mugolava di dolore tenendosi il fianco.
Rimase piacevolmente stupito. Non era tipo da far caso al fatto di esser stato salvato da una donna, piuttosto da essersi messo nei guai a causa sua!
Fissò quel palmo aperto, poi il suo visino arrogante; sollevò un sopracciglio.
-Scordatelo.- rispose, avvicinando le dita al labbro ancora sanguinante.
-Non ti avevo detto di stare alla larga dei guai? Che se ti avessi beccato ancora non te la saresti cavata di nuovo facilmente? Beh, stavolta hai trascinato anche me in questa storia quindi quello che pretende un risarcimento sono io!-Tese la mano verso di lei, il palmo rivolto verso l’altro in una perfetta imitazione.