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Voglio tornare grande...!

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»Kasuka«
view post Posted on 21/12/2011, 19:31




shiki6
Shiki Kuroda
Oh, quanto l'aveva irritato l'incontro con quell'angelo nero! L'avrebbe presa volentieri a calci nel didietro se Akira gliele avesse dato la possibilità, ma sfortunatamente per proteggerlo dall'acido contenuto nella saliva della donna aveva deciso di saltare sulla prima auto incontrata e, sfortunatamente, era proprio quella di suo padre.
-Ma tu guarda che sfiga...- pensò con il broncio disegnato sul suo faccino infantile, mentre per tutto il viaggio era rimasto seduto sulle gambe del maiden fregandosene altamente degli sguardi truci di suo padre. Li temeva, era vero, ma già non voleva tornarci in quella villa, figurarsi dividersi pure dal suo adorato moretto. E proprio per far dispetto al Kuroda più anziano non volle saperne di ubbidire, difatti alla fine dovette lasciarlo mezzo disteso contro il petto dell'altro e con le braccine incrociate.
Guardava il panorama fuori dal finestrino, scorreva veloce e piano piano mutava. Diventava sempre più tetro, segno che ormai erano vicini alla grande villa per tutti disabitata ma che al suo interno celava uno dei più grandi clan di demoni dell'intera Aurea. Di cui faceva parte anche lui tra l'altro, e ne andava fiero, solo che avrebbe preferito nascere da un padre più intelligente e meno rompipalle. Evidentemente qualcuno doveva odiarlo davvero tanto per averlo costretto a tale tortura, ma che poteva fare se non attendere e farlo fuori?
Mentre la sua testolina vagava tra tutti quei teneri pensieri tanto comuni per i bimbi della sua età la macchina si fermò, segno che erano giunti a destinazione. Quanto avrebbe voluto farla esplodere prima, peccato non ne fosse capace. In ogni caso quando la portiera si aprì lui si rifiutò di muoversi, da bravo principino viziato e testardo. Se ne rimase addosso al suo adorato senza muovere un solo muscolo e tutto quel che fece all'ordine di scendere fu scuotere ripetutamente il capo senza neanche rivolgere la parola al più grande.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 20:05
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shiki6

Diverse lotte avvennero su quella macchina da parte del master e del padrone che cercava in ogni modo di farlo star composto, ma che in tutta risposta si portava sulle mie gambe a stringersi a me, e ha vinto pure. Appoggiato al mio torso, con le braccine legate, stava tranquillo ad osservare il paesaggio che veloce scorreva davanti ai nostri occhi. Luoghi che ormai ricordavo a memoria, a causa dei miei studi sul territorio in modo che così potevo recuperare il giovane Kuroda dalle mani dei diversi rapitori. Le mie mani erano lungo i fianchi e il viso basso, puntato sulla testa color del legno del bambino. Non avevo il coraggio di alzar il viso, sapendo che mi sarebbe arrivato in compenso uno schiaffo o anche un pugno. Deglutii, ripensando a tutte le punizioni che sicuramente avrei dovuto rivivere ora lì, di nuovo nella grande villa del demone. Un luogo spaventoso ma che attirava l'attenzione di molti.. Soltanto di un uomo però ho sentito che era entrato in quel posto, di sua spontanea volontà per parlare con il signore. Pensieri che si scrollarono dalle mie spalle, quando vidi l'ambiente cambiare e diventar un po' più isolato dalle altre case.. Ed ecco che il rumore dei cancelli si fece sentire, nel gelido cigolio. Non voleva scendere, non potevo.. Un occhiata però, mi fece avvertir paura chiudendo gli occhi. Aveva usato una briciola del suo potere per smuovermi. Afferrai tra le braccia il bimbo, scendendo con un passo lento ed elegante dalla scura macchina. Tenevo il capo di lui appoggiato sulla mia spalla, con la mano che coccolava la sua chioma insistentemente. Non tremavo, respiravo con calma.. Ma il cuore stava impazzendo. Delle cameriere raggiunsero l'entrata, sorridenti più che mai. Molte le riconoscevo e quelle riconoscevano loro, salutandomi arrossate. Quante avventure nelle stanze di quella villa.. Ma che non mi toccavano minimamente. C'era solo lui ora, il mio master tornato per sfortuna bambino. E fu così, che Kuroda entrò nella villa, lasciando dei cani ai cancelli, così che non potessimo fuggire. Scostai il ragazzo dal mio corpo, tenendolo comunque in braccio " Andiamo a far visita alla signora, padroncino? " un tono dolce quello che stavo usando, per non farlo piangere o comunque scattare di rabbia.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 20:39




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Shiki Kuroda
Eeeh, mannaggia Akira! Invece di supportarlo in quel suo capriccio lo prese perfino in braccio pur di tirarlo fuori da quella cavolo di macchina, cosa che gli fece guadagnare lamentele e la trasformazione del suo padroncino in un'anguilla in forma umana.
-Aki-chan! Lasciami! Non voglio scendere! Mettimi giù! Voglio tornare a casa!- gridava lui con quella vocina stridula e acuta, fino a quando, stanco, dovette smettere.
Ormai era sceso, perfino le cameriere erano arrivate a salutare e lui le fulminò tutte, una ad una, per il loro comportamento nei confronti del maiden. -Beh?! Cosa sono quelle facce rosse?! Sparite!- le rimproverò, allacciando le braccine al collo del moro. Non gli piaceva stare lì, odiava quella casa ed era popolata da troppe donne per i suoi gusti, donne che sapeva rientrare tra le preferenze del moro e delle quali era particolarmente geloso. Lui era un moccioso, non poteva soddisfarlo e quel suo cervellino per metà infantile... No, per tre quarti infantile accendeva il timore che potesse rimpiazzarlo proprio con una di loro. Odiava essere piccolo, lui voleva tornare il demone adulto che era ma per quanto si sforzasse di desiderarlo i minuti che passavano non mutavano il suo corpicino.
E s'imbronciò ancora di più a quel pensiero stringendo tra le dita la stoffa degli abiti superiori dell'altro mentre l'espressione prendeva una piega del tutto simile a quella del pianto. Tuttavia non uscì una sola lacrima dai suoi occhioni color del cielo, nonostante perfino Akira, allontanandolo il necessario, ebbe la possibilità di notarlo.
Annuì debolmente alla sua domanda, ma non si accontentò di questo. Doveva metterci del suo come ogni volta, quindi subito dopo schiuse le labbra arricciate per parlare. -Solo se poi non torniamo... Non ci voglio stare qua...- disse soltanto, guardandolo con quel faccino da cucciolo testardo. E se il moro non avesse acconsentito a quella condizione avrebbe ripreso a fare i capricci nel modo più rumoroso possibile e tutti, soprattutto lui, sapeva che in quel caso lo avrebbero sentito perfino nella città più vicina.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 20:56
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Era inutile.. Era tornato il bambino di una volta, testardo, che faceva tutto il tempo capricci.. E io la maggior parte delle volte non riuscivo a soddisfarlo. Sospirai quindi, sorridendo " Quando andranno via.. " gli bisbigliai ad un orecchio, cosa che temevo però non accadesse. Quell'uomo era un testardo, e i suoi scagnozzi duri come la pietra non si piegavano davanti a niente e nessuno. Quindi presi a camminare per il giardino, meno verde del solito. Sembrava lasciato andare, che non ci fosse più il giardiniere? Alle volte il signore si arrabbiava e faceva sparire i suoi dipendenti con un solo schiocco di dita. Diverse le voci che si erano espanse per i corridoi.. Ma è possibile che tutte fossero veritiere. Ancora qualche passo e poi, dove l'erba era più alta si poteva vedere la statua della madre di Shiki. Misi a terra il ragazzino quando ormai fummo vicini e la raggiunsi anche io, cominciando ad occuparmi di lei come ogni volta. Le mani si poggiarono sulla gelida pietra cominciando a togliere degli arbusti e l'edera che ormai copiosa aveva preso possesso di lei. L'aria era fredda e il cielo era buio. Ormai era notte ad Aurea in effetti, il viaggio era stato lungo.. Cominciai anche a togliere il muschio con grande lentezza, mentre il viso mostrava un sorriso un po' amareggiato per la situazione in cui mi trovavo. Guardai poi il signorino, sorridendogli " Se vuoi ti lascio solo con la signora, volevo solo darle una pulita.. " mi voltai nuovamente, riprendendo a lavorare su quella con grande calma e occhi amorevoli. Le piccole torce accese qua e là per il luogo, donavano calde tonalità " Mi sento in colpa ad averla lasciata sporcare così.. Scusatemi padrona. " la guardai, togliendo l'ultimo rametto prima di allontanarmi e andar da una fontanella con accanto un secchio per cominciarlo a riempirlo. Non conoscevo la padrona.. Ma avevo un certo rispetto per quella donna, che ha fatto nascere un figlio così meraviglioso, anche se pestifero.
 
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»Kasuka«
view post Posted on 21/12/2011, 21:22




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Shiki Kuroda
Da bravo idiota quale era non esitò a credere alle parole del maiden, non credendolo capace di mentirgli per nulla al mondo. E in effetti non lo stava facendo, soltanto che quelle belve non si sarebbero spostate di lì fino al nuovo ordine del loro padrone e, da quel che si poteva vedere, i poteri del piccolo non servivano a nulla contro di loro. Non che li avesse provati, ma sapeva bene come venivano addestrati i cani della famiglia Kuroda e venivano sottoposti alla manipolazione mentale del vecchio, sicuramente più potente perfino dello Shiki adulto. Per questo motivo non tentò neanche di sprecare energie in quel modo, sarebbe stato inutile, e annuì verso il più grande per poi tornare ad accoccolarsi contro la sua spalla.
Durante il tragitto verso la statua il demone guardò distrattamente i muri della villa, le piante spoglie... Si domandava per quale motivo suo padre avesse deciso di rendere tanto tetro quel luogo, quando anni prima c'era ancora sua madre era sicuramente una delle ville più belle dell'intero continente e anche dopo la sua morte l'uomo tentò di mantenere vivo il suo ricordo attraverso quella natura che tanto amava. Che avesse trovato un'altra compagna con cui condividere i tanti anni che ancora doveva vivere? Si arrabbiò a quel pensiero, più di quanto già fosse. L'idea di avere una sostituta per sua madre non gli piaceva affatto, non la voleva e l'avrebbe uccisa!
Le manine si strinsero ancora di più sulla stoffa della maglia di Akira mentre strofinava il visino nell'incavo del suo collo. Uno sfregare che durò pochi istanti perché poi fu costretto ad allontanarsi. I piedini nudi toccarono la fredda terra e lui per istinto si strinse nel cappotto in cui ore prima il maiden lo aveva avvolto. Era più grande di lui, troppo, infatti toccava a terra ma non se ne preoccupò.
Avanzò al fianco del moro fino a giungere davanti alla statua della madre, bella come al solito anche se coperta di erbacce. Quelle che spuntavano dal terreno erano perfino più alte di lui, cosa che lo fece sentire ancora più moccioso di quel che era diventato.
Rimase vicino al più grande tutto il tempo che si adoperò per ripulire quella padrona che non aveva mai conosciuto, poi, una volta finito, posò entrambe le braccine sul pedistallo. La guardava dal basso e ne sentiva terribilmente la mancanza. Poteva percepire la stessa sofferenza che provava quando aveva realmente quell'età, per questo tese la manina destra per sfiorare con le dita l'abito scolpito di lei.
-Non dire cretinate...- rispose alle parole dell'altro, che intanto si era allontanato. Non voleva rimanere da solo perché sapeva già che sarebbe scoppiato in un pianto senza fine, esattamente come accadeva la notte nella sua stanza. Sapeva anche che quelle volte correva ad infilarsi di nascosto nel lettone di Akira, la cui vicinanza sembrava l'unica cosa a poterlo calmare, il tutto in segreto. Se il padre l'avesse scoperto di certo l'avrebbe punito per quella sua debolezza.
-Sai una cosa?...- domandò lui qualche minuto più tardi. Non attese risposta e continuò mantenendo la vocina bassa. -Saresti piaciuto tanto alla mamma...- Un pensiero che gli sfuggì. Neanche aveva una logica, in fondo non c'entrava nulla con quei ricordi, ma si sa' com'è Shiki: parla senza neanche pensare.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 21:35
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Guardai per un momento il ragazzino quando cominciò a parlare e i miei occhi salirono come d'istinto sulla donna di pietra. La guardai prima di spegnere l'acqua, girando lentamente la manovella di ferro " Voi dite? " alzai poco di più il tono così da farmi sentire. Presi il secchio poco pesante per me, anche se riempito fino all'orlo per poi raggiungere nuovamente la statua. Ripresi a guardar il suo viso, ormai eterno.. Sorrisi " Lo spero, perchè la signora da quanto ho sentito dire era veramente una bella persona. " tirai fuori dalla tasca un fazzoletto di stoffa nera, prendendo così ad inzupparlo " Mi dispiace che il destino però, ha rovinato tutta l'armonia di questa casa. " ero acido. Un pensiero infatti che non avrei dovuto esprimere. Avevo sentito molto sulla villa, ma quando si abbattè quella catastrofe, tutto era cambiato in peggio. I miei tristi occhi color del sangue guardarono per un secondo il viso di quel bambino e mi venne quasi da piangere. Un leggero pizzicore provenne dalla punta del naso, ma per distrarmi mi rialzai e cominciai a lavare la bianca superficie sporca. Alcune macchie erano semplice terriccio, altri veri e propri licheni ostinati a non volere andar via. Grattavo con tutta la forza che avevo " Quando ero arrivato qui, in questa villa, non sapevo subito di tua madre. Ma un giorno, quando una donna mi portò nel suo letto mi raccontò tutto. " il viso divenne malinconico. Avrei voluto esser stato con lui prima e invece.. Non mi era stato possibile " Per questo avevo deciso di non arrendermi per te. Tutti ti descrivevano come l'essere più crudele di questa terra.. " portai gli occhi su di lui, senza voltarmi. Un sorriso apparì sulle mie labbra " Io invece, vidi il bambino più delizioso e delicato di Aurea. " ripresi così a lavorare, in silenzio, mentre i rumori della notte piano piano riempivano il vuoto di parole mancate, che rimanevano nella mia mente.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 22:44




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Shiki Kuroda
Smise di guardare dal basso la statua della madre solo nel momento in cui udì la voce del maiden farsi spazio nel silenzio della notte. Era lui che osservava ora, sembrava contento di quella rivelazione di cui il piccolo Shiki era completamente certo.
Sua madre era davvero una belissima persona. Nonostante appartenesse lei stessa alla razza demoniaca non uccideva mai per piacere di farlo. Agiva soltanto nei momenti del bisogno o quando doveva cibarsi di anime e non stringeva mai patti con persone sane. Le sue "vittime" erano soltanto individui moribondi a cui non restavano che pochi giorni di vita e che avevano un forte desiderio prima di lasciare questo mondo. Solo da loro accettava anime e solo quando non poteva davvero farne a meno.
Era allegra, solare, sempre di buon umore e sapeva bene come tenere a freno suo marito e come crescere amorevolmente un figlio. Sicuramente sarebbe piaciuta anche ad Akira, gli avrebbe donato il piacere di esser parte della famiglia e non di essere un semplice servitore. Magari anche lui sarebbe cresciuto meglio, più simile a lei che a quell'idiota di suo padre.
Sorrise di rimando nel veder quanto impegno mettesse per pulire quella pietra liscia, un sorriso che si spense nel sentire il resto del discorso del moro. S'imbronciò nuovamente, seriamente offeso da quel che aveva detto e non per i complimenti, neanche per le intenzioni... Ma per aver rivelato quel particolare su come aveva scoperto della morte della padrona. Nonostante sapesse già quanto il maiden amasse le donne fin da sempre, non voleva sentire i racconti delle sue avventure. Ne era geloso, terribilmente geloso, e non impiegò un solo istante a voltarsi completamente ed indirizzare un calcio verso la gamba dell'altro.
Il piedino nudo del demone probabilmente neanche gli fece il solletico, ma convinto di quel che aveva fatto corse fino alla panchina poco distante per salirvi goffamente sopra e sedersi, incrociando le braccia al petto adorabilmente imbronciato.
-Cretino di un Aki-chan...- borbottò, e a quello ne seguirono altri di insulti simili, tutti indirizzati al bel moretto. Quanto era scemo, prendersela per una cosa simile. Beh, era pur sempre solo un bambino, anche se probabilmente da adulto avrebbe reagito allo stesso modo...
 
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view post Posted on 21/12/2011, 23:03
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Continuavo a pulire, con calma quando qualcosa toccò la mia gamba. Mi voltai per comprendere e quando vidi il piedino di lui contro il mio arto, compresi tutto. Un sospiro uscì dalle mie labbra, sentendo tutte le sue imprecazioni. Lasciai andare il fazzoletto nel secchio, cominciando a massaggiar la nuca, non importandomi se i capelli si fossero bagnati. Un altro sospiro prima di avviarmi con un sorriso dispiaciuto. Mi inginocchiai davanti a lui, mettendo le mani sulle sue piccole gambe coperte dalla mia giacca scura " Scusami, non dovevo rivangare le mie scappatelle.. Sono stato cattivo. " una mano andò ad accarezzare quel viso morbido e paffutello, che il bimbo ora teneva in un espressione un poco imbronciata " Non era assolutamente mia intenzione farti star male. Sono tonto lo sai. " divenni improvvisamente serio, aderendo completamente con la mancina al suo piccolo viso. Mi portai un poco più avanti con il busto, avvicinando la nuca a quella del ragazzino " Lo sai, che ora non farei mai nulla con nessuno che non sia tu, vero? " mi avvicinai lentamente al suo piccolo e fine viso, appoggiando le mie labbra sulle sue in un dolce e casto bacio. Mi scostai di soli pochi millimetri, continuandolo ad osservar nelle sue iridi color del ghiaccio " Il mio cuore, come anche il mio corpo è tuo. Dovessi attenderti altri cento anni, lo farei senza alcun rimpianto. " una piccola carezza sui suoi scomposti capelli, prima di ritornare alla statua con un passo lento ed elegante. Rimasi così davanti a quella, con le braccia incrociate come a studiarla. Puntai gli occhi color scarlatto vivo, in quel biancore spento. Come avrei voluto una vita tranquilla anche io... Peccato che non ricordassi nulla. Chi fosse il mio creatore, chi erano stati i iei proprietari... Nulla. Afferrai il secchio in un gesto fluido quanto veloce, senza versare nemmeno una goccia sul terreno verde. Lo appoggiai accanto alla fontanella, voltandomi verso il bambino " Master.. Vuoi che ti cucino qualcosa di particolare questa sera? Nonostante ci siano gli chef, preferirei come ogni giorno, far io la cena. " un viso serio, che non trapelava alcun sentimento. Mi sentivo osservato.. E infatti, dalla finestra più alta, dallo studio, c'era il padrone, che osservava attento ogni nostra mossa.
 
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view post Posted on 11/12/2012, 18:02




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Shiki Kuroda
Continuava a rimanere imbronciato, il piccolo Shiki, anche quando Akira, ormai vicino, gli carezzava il viso. Era testardo, seriamente irritato, incapace di trattenere le emozioni o di mostrarle nel modo più giusto in quello stato –non che sarebbe stato diverso in versione adulta.
I suoi lineamenti contratti si ammorbidirono soltanto nel momento in cui sentì le labbra di lui sulle proprie e quelle parole, tanto dolci che quasi gli sembravano stupide, raggiunsero le sue orecchie. Davvero lo avrebbe aspettato? Davvero sarebbe stato tanto paziente? Per cento anni, anche? No, non ci credeva neanche un po’ ma sapeva che, in fondo, ci avrebbe provato sul serio. Apprezzava il tentativo, difatti sorrise appena, ma conosceva Akira e, per quanto fedele, resistere alle tentazioni di curve mordide e abbondanti non era mai stato il suo forte.
Quando si allontanò, infatti, tornò non imbronciato, ma triste. Triste perché non voleva che accadesse, triste perché per una volta che le cose sembravano andare per il verso giusto erano precipitate di nuovo, triste perché voleva tornare alla sua vita, a casa sua, lontano dal padre. Triste perché voleva tornare a monopolizzare la vita del Maiden e così, nel corpo di un bambino, non poteva farlo. Poteva comandarlo, ma non impedirgli nulla. Perfino i suoi poteri erano deboli.
Sospirò stancamente, gli occhietti di nuovo umidi e sconsolati, quando la voce di Akira di nuovo lo raggiunse.
-Mh? Per cena?- domandò, come a voler confermare di aver udito bene. Rimase pensieroso almeno un paio di minuti, le manine tra le cosce a cercar riparo. Aveva freddo con solo quel cappotto addosso. -... La minestrina con il formaggino-.
Come gli era uscita? La minestrina con il formaggino?! Come poteva aver voglia di mangiare una cosa del genere? Di solito richiedeva sempre piatti complicati e invece...
S’imbronciò di nuovo, le sopracciglia s’inarcarono nella classica espressione da pianto isterico. Le dita sottili strinsero la stoffa dell'unico indumento che lo copriva. Voleva tornare grande. GRANDE!
 
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view post Posted on 17/12/2012, 23:39
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Quando udii la risposta, non riuscii quasi a trattenermi dal ridere. Il formaggino.. La minestrina con il formaggino!!! Deglutii, rimanendo comunque serio, facendo apparire una dolce espressione. Porsi la mano al bimbo, con dolcezza " Venga master, andiamo a prendere una cena più sostanziosa. Anzi.. Facciamo così.. Io mi mangio un po' di minestra con il formaggino e tu la carne. Potrai rubare dal mio piatto se vorrai, tranquillamente. " afferrai la sua piccola mano, per fare un inchino prima di prenderlo in braccio e cominciare ad avviarmi verso la casa. Sentii ancora i suoi occhi addosso che mi portavano a rabbrividire. Camminavo, tenendo tra le braccia il piccolo, prima di sorridere " Master, se facessi l'amore con te in questo stato? Mi penseresti un maledetto porco? " ridacchiai svoltando l'angolo, donandogli un bacio sulla nuca, vedendo come ancora quegli uomini erano lì, dal cancello, dritti come fusi in attesa che io sbagliassi qualche mossa. " Appena saranno più stanchi, tenteremo la fuga. Non piangere e fai come sempre master... Io ti sarò sempre vicino. " lo volli rassicurare, volendo fargli capire che non mentivo sul fatto che saremmo scappati da lì.
 
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view post Posted on 18/12/2012, 00:27




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Shiki Kuroda
Se non fosse stato per Akira probabilmente Shiki sarebbe rimasto tutto il tempo lì, su quella panchina fredda, a rimurginare e a disperarsi sulla questione. Il punto, però, nonostante la buona volontà del Maiden nel volerlo consolare, non era mangiare o meno la minestrina: ne aveva una voglia matta! Questo lo portò a cadere ancora di più in quel buco nero in cui stava precipitando che sembrava non avere alcuna fine.
Per questo motivo si agganciò stretto al corpo del più grande: le braccine attorno al collo, le gambe attorno al busto. Le piccole dita paffute stringevano gli abiti di lui e il mento, tenero e appuntino, sembrava voler scavare nella sua spalla. Inoltre gli prudevano gli occhi, erano lucidi e sentiva che da un momento all’altro sarebbe scoppiato nuovamente in lacrime. Quanto si odiava... Quanto odiava tutto!
-Non dire cretinate...- borbottò, la voce segnata dal pessimo stato d’animo. Non continuò, infatti, e se ne rimase in silenzio fino a quando il moretto non ebbe la brillante idea di dire qualcosa che non solo lo fece arrossire fino alla punta dei capelli, ma lo scaraventò letteralmente in una specie di stato confusionale che si dipinse chiaro e limpido sui lineamenti del bel visino.
Spostò quindi il capo, lo guardò sconvolto. -Ma che blateri?! Certo che ti penserei un maiale pervertito! Sono un bambino!-, rispose; la vocina acuta, squillante e forse fin troppo alta. Di nuovo si nascose contro la sua spalla, imbarazzato e al tempo stesso disgustato dalla reazione che stava prendendo il sopravvento. No, non quella a cui aveva già dato sfogo, ma a quella un pochino più in basso, tra le gambine, che neanche si aspettava di poter avere in versione mignon.
Per istinto strinse ulteriormente le ginocchia contro i fianchi del più grande, le mosse appena come se fosse a disagio –e, credetemi, lo era-. Sperava vivamente che l’altro non si accorgesse di nulla ed era così concentrato che le sue parole sul piano di fuga scivolarono via senza nemmeno essere udite.
Ma perché diavolo stava succedendo?! Non poteva essere una bambino normale?! Almeno questo! Invece no! Il suo stupido cervello a tratti adulto aveva pensato, compreso l’espressione “fare l’amore” e l’aveva trasmessa alla sezione dedicata alla memoria, ai ricordi. Così era scattata la molla delle sensazioni e... No, basta! I bambini certe cose non dovrebbero nemmeno saperle!
Ed era tutta colpa di Akira! Tutta colpa sua! Quindi, per ripicca, i dentini affilati del demonietto strinsero in una morsa il lobo dell’orecchio più vicino del servo, conscio di fargli un dispetto.
 
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view post Posted on 2/1/2013, 23:22
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Non mi aspettavo di certo una reazione simile.. Non avevo detto nulla di male, avevo solo proposto. Sospirai, guardandolo agitarsi in quel modo e a stringersi a me. Sorrisi un poco intenerito, sentendo benissimo qualcosa di piccolo muoversi nel suo intimo. Non lo avrei mai fatto ovviamente, non ero così maniaco come volevo fargli credere... Camminai quindi tranquillo, fino all'entrata della villa, spingendo un poco la porta prima di ritrovarmi aggredito in quel modo. Paralizzato da quelle piccole attenzioni, cominciai ad ansimare, trovandomi in ginocchio con le lacrime agli occhi, mentre fremevo. Lo misi a terra, poggiando le mani sui suoi fianchi con il capo piegato all'ingiù " M-Master.. Vi prego, perdonatemi.. Non lo farò più.. Master.. " gemevo vergognosamente, con quel gonfiore vivo e pulsante nei pantaloni. Cribbio, anche se era un bambino quell'effetto me lo faceva sempre. Non era giusto.. Non avevo nemmeno la forza di scacciarlo. I capelli si erano già appiccicato al viso leggermente bagnato dal sudore, con un rivolo di saliva che scendeva a lato della bocca " Imploro il vostro perdono.. Vi prego.. "
 
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11 replies since 21/12/2011, 19:31   53 views
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