Fay World

Colpo di testa

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»Kasuka«
view post Posted on 10/1/2011, 01:26




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Kazuma Yamashita
L’ultima cosa che aveva sentito al di là della cornetta era un rumore di frenata e la voce di un uomo che, dopo vari secondi, l’avvertì di quanto accaduto. Non esitò un attimo ad indossare le prime cose che gli capitarono sotto mano -ovvero il completo che aveva indossati fino a prima del suo rientro a casa- per fiondarsi all’ Hospital Dew, dove gli avevano detto che avrebbero portato il vampiro. Non impiegò molto a raggiungerlo data la velocità con la quale sfrecciava per quelle vie bagnate, con il rischio di farsi del male, ma non gli importava. Stava rivivendo la stessa paura che aveva avuto undici anni prima e questo gli bastava per fregarsene della pericolosità delle sue azioni. Sperava vivamente che non fosse accaduto nulla di così grave, che se la sarebbe cavata con un paio di punti, ma quando giunse a destinazione trovò ben altra situazione. Dopo aver girato mezza clinica finalmente riuscì a trovare il medico che l’aveva medicato. Gli spiegò quali erano le condizioni del ragazzo e fu un brutto colpo per lo storico. Era tutto come allora: Nanami era entrato in coma e le possibilità che ne uscisse erano davvero poche. Ma era anche troppo definirle poche. Il medico disse precisamente che sarebbe stato difficile rivederlo sveglio. Era tutto come quel giorno. Lo accompagnò fino alla stanza del fotografo, disteso in quel lettino bianco, con la flebo al braccio e il visino sereno. Sembrava dormisse, proprio come la sera prima, quando si era ritrovato a definirlo un angioletto. Strinse i pugni, mentre gli occhi iniziavano a diventare lucidi e a pizzicare. Digrignò i denti nel tentativo di contenersi ma due lacrime gli solcarono le guance. Le asciugò subito, non era da lui comportarsi in quel modo, ma aveva paura. Aveva paura che quella perdita subita anni prima potesse riproporsi e stando al parere medico era proprio così. E lui non voleva che accadesse e iniziò a pentirsi di ogni singolo momento in cui era riuscito a farlo star male -in così poco tempo poi- e anche del non avergli detto ciò che sentiva davvero. Iniziava a rendersi conto solo allora di quale grosso errore aveva fatto negandolo perché nonostante il suo volere Chiyo l’aveva già persa, mentre Nanami era lì, almeno fino a mezz’ora prima. Prese posto sulla sedia accanto al letto, poggiando i gomiti sulle ginocchia e la testa sui palmi, mormorando un’unica parola che però nella sua testa faceva eco. -Perdonami…-
Passarono lunghe ore. Ore in cui lo storico non si mosse dall’ospedale, nonostante i continui rimproveri di medici ed infermieri. Non aveva dormito neanche dieci minuti, tirava avanti con la solita dose eccessiva di caffeina, aveva addosso ancora i vestiti umidicci a causa del temporale che si era beccato e si allontanava da quel letto soltanto durante le visite e perché veniva letteralmente cacciato. Si occupò di avvertire il capo della redazione per cui il ragazzo lavorava, spiegandogli la situazione e promettendo di tenerlo informato -sperando ovviamente che quell’oca della figlia non si presentasse- e continuò fino alla mattina del secondo giorno, quando se ne stava seduto su quella sedia a sorseggiare l’ennesimo bicchierino di caffè amaro.
 
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view post Posted on 10/1/2011, 01:56
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Non sapevo dov'ero.. Che stava accadendo? Era tutto buio. Per un sacco di tempo avevo dormito senza sogni, e ora.. Ero sveglio. Non riuscivo ad aprire però gli occhi.. Sentivo un respiro. Chi era.. La persona che mi aveva soccorso? Il gatto? " Mmh.. " non uscivano altre parole dalla mia bocca. Il mio corpo era pesante e non riuscivo a muovere nulla. No, non dovevo arrendermi!! Dovevo correre da Kazuma come gli avevo detto. Cercai di muovere le gambe, e con successo ne riuscii ad alzare una. " Kazukun.. " sentivo perfettamente la mia voce echeggiare in una stanza. Stanza? Ma non ero per strada? Piano piano riuscii a muovermi e ad aprire gli occhi. Quando gli aprii vidi un soffitto bianco e un'asta con uno strano sacchetto pieno d'acqua. Mi faceva male la testa, mi pulsava e sentivo un grosso bruciore. Mi alzai di colpo " Argh! Che male! " la spalla destra era schiacciata da uno strano gesso.. " Ma che cavolo è?! Dove mi hanno portato! " diedi un forte pugno frantumando la pietra che si era formata nella spalla " Ahi! Ahi Ahi!! " me la massaggiai quando vidi qualcosa infilzato nel braccio sinistro " Ah!!! Un mostro!! " lo strappai via facendo uscire de sangue. Una figura era accanto al mio letto.. I miei occhi erano ancora appannati, e non riuscivo a vedere perfettamente. Me li sfregai con le mani " Senta buonuomo lei mi ha portato non so dove e non so cosa vuol fare ma io qui non ci sto! Devo correre a casa da una persona molto più importante! " mi voltai verso di quello togliendo le mani dagli occhi. Mi sbalordii.. Ero di fronte a Kazuma! Ma non era casa sua.. Altri strani cosi attaccati al mio petto. Mi spaventai subito, mi stavano succhiando il cuore?! Gli staccai di corsa e un marchingegno cominciò a suonare. Il suono era fortissimo e la porta della stanza si spalancò facendo entrare due grossi omoni vestiti di bianco. Le loro facce erano minacciose, ma che volevano?! " KYAAA KAZUKUUUUN!! " mi buttai a terra passando sotto le sue braccia per non colpire la bevanda che aveva in mano e mi attaccai al suo busto " Dove sono, che vogliono quei tipi?! Ho paura!! Quelle luci mostruose dove mi hanno portatoooooooooooooo!!! " cominciai a piangere mentre il mio volto si nascondeva contro il suo petto. Era tutto così strano... Così fuori dal mondo!! Ma almeno c'era Kazuma, e mi avrebbe salvato!
 
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»Kasuka«
view post Posted on 10/1/2011, 02:42




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Kazuma Yamashita
Sentì un versetto provenire dal letto e subito sollevò lo sguardo, prima puntato sul liquido scuro all’interno del bicchiere. La sua speranza era di vederlo muoversi ma ciò non accadde. Probabilmente era stata solo una sua impressione, così come quando gli succedeva con Chiyo-san. Era arrivato fino a quel punto? Sì, e ora ne aveva la certezza. Ritornò con sguardo assente a fissare quel caffè che lentamente si stava raffreddando. Era stato duro con lui qualche giorno prima, gli aveva detto cose poco carine e nel peggiore dei modi. Era andato per scusarsi ma aveva perso quell’occasione ed ora il rimorso lo stava distruggendo. La possibilità di non potergli più dire quel “Mi dispiace, ho esagerato” era la peggiore delle punizioni per le sue colpe ma se la meritava tutta e lo sapeva. E quando si sentì chiamare sorrise. La credeva un’ennesima allucinazione e neanche si curò di spostare lo guardo. Kazukun… Un soprannome che gli aveva malamente ordinato di non usare, eppure avrebbe dato qualunque cosa per sentirglielo pronunciare davvaro. Ma in effetti Nanami l’aveva chiamato, e se ne accorse soltanto quando lo sentì lamentarsi. Saltò dallo spavento, non aspettandosi di certo un risveglio tanto movimentato, perché non gli bastava di certo fissare il gesso… No, doveva romperlo! Il giapponese sgranò gli occhi, completamente pietrificato e sconvolto. Ma da quando uno appena uscito dal coma aveva tante energie?! E la parte peggiore arrivò quando entrarono gli infermieri. Due bestioni alti forse due metri per tre… Facevano impressione e sicuramente poteva capire la pessima reazione del poverino, estraneo a certe cose. Solo che non riuscì a muovere un muscolo fino al momento in cui realizzò che Nanami stava bene… e gli stava facendo fare una figuraccia colossale… -Nanami-kun!- lo chiamò, riuscendo a stento a posare il bicchierino ancora pieno sul comodino. -Nanami-kun, vuoi calmarti?!- lo sgridò di nuovo, andando poi a rivolgersi agli infermieri. -A-aspettate un attimo!- Portò le mani ad afferrargli con fatica il visino, finché riuscì a sollevarglielo e a fissarlo dritto negli occhi. Quei bellissimi occhi dorati che credeva di non rivedere più. -Nanami-kun, ora basta. Va tutto bene.- iniziò, abbassando lentamente il tono di voce. -Sei in ospedale. E quelli sono infermieri. Devono visitarti, non ti faranno nulla… Dopo ti spiego tutto…- Cercò di tranquillizzarlo in quel modo, prendendo a coccolargli le guance, mentre un lieve sorriso si apriva sulle sue labbra.
 
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view post Posted on 10/1/2011, 03:03
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Mi stava chiamando, stava cercando di afferrarmi il viso e quando ci riuscì lo puntò verso il suo. Cercai di trattener le lacrime per ascoltar le sue parole quando qualcosa mi fece sbarrare gli occhi. Un dolce sorriso sulle labbra dell'uomo. Arrossii e il cuore incominciò a batter a mille... Mi stava sorridendo? Mi stava regalando una delle cose più belle che potevano esserci. Le sue coccole erano tranquillizzanti. Sorrisi " Mi sei mancato. " cercai di dire altro ma non ebbi il tempo che quei bestioni mi presero di peso buttandomi nel letto. La spalla fece uno strano rumore e mi trattenni a fatica dal non urlare. Quando mi misero a letto mi legarono come un salame e si misero a parlare riguardo quello che loro chiamavano "gesso". Ma che diavolo era un gesso? Quei due mi rimisero quel mostro attaccato al braccio e quella sorta di sanguisughe piatte. Poi sparirono com'erano tornati. Io? Rimanere legato? Manco per idea!! Usai i miei poteri facendo muovere a fatica le cinghie e liberarmi " Ma cos'è successo? " mi rimisi seduto staccando soltanto la zanzara d'acciaio rifacendo uscire delle goccie di sangue " Mi ricordo di aver visto una persona dopo la luce. Ma poi è venuto tutto buio.. " una fitta alla testa mi fece portare la mano a coccolarmi un punto dove sembrava esserci un taglio e dei fili. Mi sdraiai mettendomi sotto le coperte " Mamma mia che freddooooo! " riportai lo sguardo su di lui, perplesso " Non conosco questo posto chiamato ospedale o infermiere non ho capito cosa va beh. Ma.. Sei sciupato. " allungai una mano cercando di toccarlo " Per caso è successo qualcosa di brutto? Stai male? " ero preoccupato.. Mi ritornò in mente di colpo la voce di lui quella piovosa notte " Perchè quando ti avevo telefonato, eri arrabbiato? Avevo fatto qualcosa di male? " portai le mani sulla coperta stringendola con tutta la forza e cominciando a piagnucolare " Scusami.. Non sono riuscito a venire come ti avevo promesso! Non riesco mai per un momento o per l'altro.. Sono una frana! " mi asciugai con le mani le lacrime che continuavano a scendere " Non voglio che stai male Kazukun! " mi bloccai portando gli occhi sulle sue iridi " Signor Kazuma, mi scusi.. Le avevo detto che non la chiamerò più così. " sorrisi a fatica anche se mi veniva da piangere. Mi sentivo in colpa, e sapevo benissimo che il suo aspetto era così sciupato solo per colpa mia. Anche se non sapevo bene cosa fosse successo..
 
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view post Posted on 10/1/2011, 03:49




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Kazuma Yamashita
Era riuscito a calmarlo e finalmente, forse, gli infermieri avrebbero potuto svolgere il loro dovere. Aveva detto che gli era mancato, ma non sapeva quanto era mancato lui al giapponese, e in fondo come poteva? Aveva “dormito” tutto il tempo, e non di certo per suo volere. Non si avvicinò fino a che quelli non terminarono di rifargli il gesso e sistemare tutto ciò che si era brutalmente tolto, che ovviamente poi si tolse di nuovo. Lo storico non riuscì a fare a meno di sospirare nel vedere la sua ostinazione nell’allontanare “il mostro” dal suo braccio. Era appena uscito dal coma eppure continuava a preoccuparsi per lui… Che scemo… Trascinò la sedia il più vicino possibile al materasso e si sedette lì accanto, prima di cercare di tranquillizzarlo su quella faccenda. -Non avevi fatto niente… Non riuscivo a lavorare ed ero nervoso…- Non gli avrebbe di certo rivelato qual’era il vero problema, ma almeno doveva giustificare quell’atteggiamento. E anche spiegargli per bene cos’era accaduto, quindi prese un bel respiro e iniziò. -La luce che ricordi di aver visto era quella di un’automobile. C’era la nebbia e tu eri inciampato. L’autista non ti ha visto in tempo e ti ha preso in pieno.- Si piegò con il busto, fino a poggiare le braccia su quel ripiano morbido. -Ti hanno portato qui, in ospedale. E’ un luogo dove si portano i feriti e i malati. Ricevono assistenza e tutte le cure necessarie per guarire, quando è possibile. Sei rimasto in coma due giorni e i medici dicevano che…- prese una piccola pausa, portando lo sguardo sulle coperte bianche e stringendo leggermente i pugni. Era difficile dirlo, anche se ormai il pericolo era passato. -… Dicevano che difficilmente ti saresti svegliato…- sorrise nuovamente, riportando lo sguardo sul vampiro e allungando una mano per accarezzargli la guancia. -Per fortuna si sbagliavano…- Gli faceva effetto vederlo in un letto d’ospedale, ma era fuori pericolo e questo lo rendeva felice.
 
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view post Posted on 10/1/2011, 04:11
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Tutta la sua spiegazione mi faceva capire benissimo sia l'accaduto che le cose che non conoscevo. Ero sollevato dal sapere che stesse bene.. Non mi importava se ero finito in coma se devo dirla tutta. Quindi rimasi a fissarlo in silenzio mentre mi coccolava una guancia e mi sorrideva " Kazuma, sorridi sempre ti prego. " ero serio, con gli occhi puntati su di lui " Sono veramente belli.. " mi accoccolai contro la sua mano, afferrandola stretta e accarezzandola. Era stato male, aspettava che io mi svegliassi da quel coso.. Coma. Che se non sbagliavo come ogni volta, era una sorta di sonno che difficilmente si ci riusciva a svegliare. Questo spiegava il perchè era stato così difficile alzarsi da quel letto maledetto. Feci un grosso sorrisone, riprendendo la mia solita espressione da buffone " Kazuma, pensavo mi conoscessi! Io cado e ricado ma rimango sempre qui! " mi alzai di nuovo sedendomi sul letto " Non ti libererai così facilmente di me!! " cominciai a ridere di gusto osservando il lenzuolo. A ripensarci, mi era venuta un po' di paura. Se non mi fossi mai più risvegliato? Non l'avrei più visto e sarei rimasto avvolto nel sonno eterno. Portai una mano sulla spalla prima coperta dal gesso, accarezzandola lentamente " Devo dire, che quando sono stato travolto dal cavallo d'acciaio, non ricordo molto. Solo il telefono acceso con te dall'altro capo. Cercavo di chiamarti ma non ce la facevo.. " misi i piedi a terra sentendo il gelido pavimento nelle piante. Lui era lì davanti a me. Presi un'espressione seria, con un piccolo sorriso accennato sulle labbra " Non devo dirtelo è vero, ma concedimelo per questa volta... " afferrai le sue mani, portandole sulla mia bocca baciandole " Ti amo Kazuma. " tolsi velocemente le mani, avvicinandomi a lui velocemente. In pochi secondi, riuscii ad appoggiare le mie labbra alle sue. Aveva sempre quel suo ottimo odore, e quel dolce sapore che tanto amavo. Portai una mano dietro la sua nuca, così da prolungare il bacio e riuscir finalmente a renderlo più.. Come si dice! Caloroso? No.. Ecco! Pieno di un'ardente passione! Feci scivolare dentro la sua bocca la mia lingua, che aveva cominciato ad accarezzare la sua. Durante il bacio, delle lacrime scesero giù dalle mie guance, sicuro che lui mi avrebbe fermato... E appena finito tutto, mi avrebbe ridetto qualcosa di duro per poi andarsene. Ma avevo troppo bisogno di quel bacio.. Lo volevo sentir molto più vicino a me.
 
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view post Posted on 10/1/2011, 05:34




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Kazuma Yamashita
Continuò a coccolarlo finché non si sollevò. Sembrava il solito Nanami di sempre, rideva e ironizzava sulla sua situazione e, nonostante lo storico proprio non capiva come ci riuscisse, non poteva che fargli piacere. Così come sentire nuovamente quelle parole pronunciate dalle sue labbra. Parole non aveva creduto di non sentire più e che avrebbe ricambiato volentieri se solo non avesse avuto la bocca occupata a ricambiare il bacio del bel vampiro. Accarezzava la sua lingua con la propria, cercando di essere il più dolce possibile, mentre una mano saliva a coccolargli nuovamente la guancia. L’altra si posò sul materasso, accanto a Nanami, e continuò ad assecondarlo fino a quando non decise di staccarsi forzatamente. No, non aveva intenzione di fermarsi lì, ma prima doveva risolvere una questione rimasta in sospeso. Si allontanò il giusto per poter parlare, mentre tornava a fissarlo negli occhi che a distanza così ravvicinata erano ancora più belli. -Riguardo alle cose che ti ho detto l’altro giorno…- iniziò -… Ho esagerato… Non mi da fastidio se mi tocchi… E’ solo che non sono mai andato oltre una stretta di mano e devo prenderci l’abitudine… E puoi chiamarmi come vuoi… Non sopporto i nomignoli perché non me ne hanno mai dato uno e mi suona strano ma… se sei tu va bene… Ed è vero che non ho detto nulla a proposito di… quel genere di cose… ma non ho neanche detto il contrario… Ti… Ti amo anch’io…- e dopo quella serie di frasi che aveva cercato di elaborare di senso compiuto -più o meno- e quella confessione che aveva impiegato tanto a pronunciare, tornò ad unire le sue labbra a quelle dell’altro.
 
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Mentre lo baciavo, anche lui ricambiò stringendomi. La sua mano dietro la testa mi fece venir un brivido di piacere che percorse tutta la schiena. Lui, mi dava quell'effetto. Ero già eccitato.. Mi sentivo uno scemo a dirla tutta. Mi ero ridotto in uno status vergognoso, che cercai di coprire con la coperta. Quando si staccò da me per un attimo ricercai quel bacio, ma lui volle chiarire un po' di cose. Non gli facevo per niente schifo, ma per lui tutte quelle attenzioni che davo erano strane! E i nomignoli? Stessa e identica cosa.. Ma la sorpresa più grande fu l'ultima parola che pronunciò: " Ti amo anch'io ". Per un secondo mi sentii andar in paradiso. Mi sentivo leggero con le gote in fiamme e le palpitazioni a mille. Ci riunimmo di nuovo in un bacio e la mia eccitazione continuò ad aumentare. Ero follemente innamorato di quell'uomo!! Gli accarezzai i capelli mentre con l'altra mano scivolai su e giù per la schiena fino ad afferrar la sua spalla. Non mi importava se muovere il braccio mi provocava dolore, l'importante era toccare, coccolare e gustare Kazuma! Da quel momento sarebbe stato il MIO Kazuma! Lo stavo tirando sul letto, sempre di più.. Ormai era sopra di me quando sentì la porta spalancarsi di colpo. Mi staccai dalle sue labbra guardando infastidito una figura femminile in camice. Sorrisi allo storico " Grazie per avermi messo apposto la maglia, questa spalla è proprio un problema. " mi avvicinai poi al suo orecchio bisbigliando " Non voglio, che ti guardino come un fenomeno da circo.. In quest'epoca so benissimo cosa pensano di due uomini che si amano. " lo spinsi facendolo sedere mentre quella tipa vedde davanti a me " ...Cosa mi guardi? Parla e sparisci. " la fulminai immediatamente con una voce fredda " Come ti permetti? Sono il tuo dottore e ti devo visitare! Spogliati! " rimasi a guardarla per un secondo con gli occhi spalancati. Se mi vedeva.. Lì sotto chissà che figura avrei fatto!! Mi buttai sul letto sdraiandomi e tirandomi fin sopra il collo le coperte " Non ci pensi nemmeno!! Stia lontana da me strega!! " ringhiavo verso quella che fece tirare via le coperte dai due scimmioni di prima. Mi afferrò i pantaloni cercando di abbassarmeli mentre io continuavo a tenerli " Sparati stronza! vattene!! " quella si innervosì ordinando ai due infermieri di tenermi per le braccia e così fecero. Afferrò i lati dell'elastico dei pantaloni del pigiama, tirando giù. Solo che.. Quella si sbagliò, e tirò giù anche l'intimo. Quando tolse il tutto, mi guardò con faccia sbalordita in mezzo alle gambe mentre io arrossivo a vista d'occhio con gli occhi pieni di lacrime " Oddio.. Com'è... Grosso.. " che vergogna! Quei tre stavano guardando in mezzo alle gambe come se fosse stato una Monnalisa " BASTA NON è UN MUSEO!! " urlai chiudendo gli occhi e cercando di liberar le braccia inutilmente.
 
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»Kasuka«
view post Posted on 14/1/2011, 08:02




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Kazuma Yamashita
Si beava di quel contatto senza più alcuna esitazione, cercando di approfondirlo il più possibile con quella mano che non smetteva un attimo di coccolare la testolina argentata del vampiro. Quella stanza bianca d’ospedale era sparita, erano rimasti solo loro e quel desiderio di continuare quelle tenere effusioni, probabilmente trattenute troppo a lungo. Lentamente lo storico iniziava ad alzarsi dalla sedia, si lasciava trascinare su quel candido letto senza alcuna resistenza, spostando la mano sulla schiena dell’altro per impedirgli di cadere bruscamente mentre faceva perno sull’altra mano ancora salda sul materasso e… Proprio sul più bello la porta si aprì. Fu in quel preciso istante che il giapponese si rese conto di quale terribile errore stava commettendo. Tanto per cominciare Nanami era convalescente, appena uscito dal coma e con la spalla malconcia, e in secondo luogo quello era appunto un ospedale, quindi un luogo pubblico, e certe cose era meglio evitarle. Ma come gli era venuto in mente di lasciarsi andare in quel modo? Se lo chiedeva, eccome, e la sua faccia terrorizzata e imbarazzata lo esternava perfettamente. Fortuna che, come sempre, il fotografo aveva la scusa pronta -con tanto di spiegazione per Kazuma- e non poté che ringraziarlo mentalmente, non tanto per il giudizio che avrebbero dato sul suo conto come presunto omosessuale, ma per quelli su un uomo adulto che tenta di fare chissà cosa con un’apparente ragazzino convalescente in un luogo pubblico. Sì, decisamente imbarazzante, e anche devastante per la sua immagine. Cosa di cui non sembrava preoccuparsi l’altro… che da come rispondeva alla dottoressa non sembrava affatto uno appena scampato alla morte, ma piuttosto un moccioso isterico che non voleva fare la prima iniezione della sua vita… Solo che i mocciosi non hanno “certi” problemi e la faccia sbalordita della dottoressa e degli infermieri venne imitata anche dal giapponese. Come si era ridotto in quel modo?! Insomma, mica avevano fatto chissà cosa! E non poteva starsene fermo?! Almeno avrebbe evitato di rivelare la sua colpevolezza al mondo intero! Si passò esasperato una mano sul viso che aveva assunto una tonalità rosso fuoco, mentre si alzava rapidamente dalla sedia sulla quale l’altro l’aveva spinto precedentemente a sedersi nuovamente e si incamminava verso l’uscita nel più totale imbarazzo. -E’… è meglio che io aspetti fuori…- disse, e senza attendere alcuna conferma sgusciò fuori da quella stanza. Andò a rifugiarsi nella saletta d’attesa situata di fronte, dove a fargli compagnia c’erano le solite macchinette delle bevande, e tirò fuori qualche monetina per prendersi un altro caffè. Il suo non aveva fatto in tempo a berlo, interrotto dal risveglio di Nanami, quindi doveva recuperare. Intanto che la macchinetta riempiva il bicchierino in plastica, Kazuma tirò fuori il telefonino dalla tasca della giacca. Nessuna chiamata, nessun messaggio… Gli sembrava strano che nessuno l’avesse cercato, ma in fondo era meglio così. Non aveva la minima voglia di lavorare stanco e stressato com’era. Lavoro… Ah, vero! Doveva avvertire il capo della redazione per la quale lavorava il vampiro. Digitò rapidamente il numero telefonico, imparato a memoria viste le numerose volte che aveva chiamato per chiedere dell’altro, e pigiò il tastino verde per avviare la chiamata. Pochi squilli e dall’altro lato rispose l’uomo che cercava. Gli comunicò del risveglio del ragazzo, del fatto che fosse energico come sempre e che lo stavano visitando. Lo rassicurò sul fatto che fosse fuori pericolo, nonostante non seppe dirgli quando sarebbe potuto tornare a lavoro, e il tutto si concluse con un bel -Verremo presto a trovarlo!- pronunciato dal suo interlocutore con conseguente termine della chiamata. Lo storico fece appena in tempo a dire -A-aspett… i…- che si ritrovò il classico *TUUU TUUU TUUU TUUU* che lo avvertiva del fatto che l’altro l’avesse liquidato in pochi secondi senza permettergli di obbiettare e il suo primo pensiero, accompagnato da un lungo e sconsolato sospiro, fu -“Verremo”?… “Verremo” chi?… Speriamo non si presenti con quell’oca della figlia…- Eh, sì. Aveva una brutta sensazione e prevedeva guai… Grossi, grossissimi guai…
 
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view post Posted on 14/1/2011, 15:34
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" N-No aspetta Kazukun!! " ma niente quello sparì via. Era scappato lasciandomi lì con quella gente... Quella pazza isterica continuò a spogliarmi lasciandomi nudo come un verme. Continuai ad arrossire mentre quella si avvicinò a me, cominciando a toccarmi il corpo con le sue esili mani dalle unghie lunghe e un coso che aveva attaccato alle orecchie " Respira lentamente e , così poi me ne vado! " quando disse così mi calmai e cominciai a fare ciò che quella mi diceva . Magari sarebbe sparita davvero!! O almeno era ciò che speravo, e tale speranza finì quando quella prese un'espressione sorpresa. Afferrò il mio polso con le dita, guardando l'orologio che aveva nel polso. Continuava a guardarmi sbalordita per poi tornare a fissar un aggeggio con delle linee che ogni tanto salivano su e giù per poi rimanere piatta. Non capivo, cosa c'era di strano? Eppure stavo bene, ero in forma come al solito! E lo dimostrava anche la mia eccitazione che prima era palpabile ed evidente. " Presto, legatelo!! " " Cosa?! Perchè?!? " quei bestioni mi cominciarono a legare con le cinghie di pelle, e io non potevo di certo usar il mio potere! Gli avrei feriti senza volere... " Questo ragazzo è da intubare ed operare!! " " Intubare?! " ormai ero legato e fortunatamente ebbero la decenza di rimettermi almeno l'intimo. La dottoressa corse fuori urlando per i corridoi ad altra gente vestita di bianco " PRESTO! IL RAGAZZO DELLA STANZA 120 CHE HA AVUTO UN INCIDENTE è DA OPERARE PER MANCANZA DI BATTITO CARDIACO!! " operare era l'unica cosa che sapevo benissimo cosa significasse. Per battito cardiaco invece, potevo solo capire che si trattava del cuore.. Se era il cuore allora era da molti anni che non batteva!! Succedeva solo quando Kazuma si avvicinava a me! Abbassai lo sguardo stringendo i denti mentre di fianco a me portarono un carellino strano con degli assurdi ferri taglienti e pungenti. Sbiancai di colpo più di quel pallore solito che avevo quando con un pennarello nero cominciarono a segnarmi delle strane righe " LASCIATEMI LASCIATEMI STO BENE è TUTTO NORMALE!! KAZUMAAAAAAAA!! " non dovevo esser lì, non dovevo proprio esser lì! Quella gente era pazza, e Kazuma non era di fianco a me!! Il mio cuore cominciò a battere di nuovo per il terrore che stavo provando e la donna appena tornata calmò tutti gli organizzatori " Lasciate stare, il battito è regolare ora.. Pulitelo portate via gli strumenti ma lasciatelo legato! " " STREGA!! SLEGAMI SUBITO!! " continuai ad urlare agitandomi finchè troppo stanco mi lasciai andare. Sospirai seccato, guardando la porta.. Non ero poi così in forma. Ero debole.. Solo per aver urlato un po', mi mancava il respiro e mi sentivo il corpo pesante come una pietra " Che schifo.. " cercai di usare il potere per liberarmi almeno una mano, ma si formò solo un leggero venticello che carezzò la pelle della mia mano. Digrignai i denti furioso, cominciando ad agitar un po' le mani per liberarmi. Non si allentavano nemmeno un po', erano strette come le corde con cui si ammainavano le vele. Cercai di allungarmi con la testa per staccarle a morsi ma la spalla mi fece male e mi lasciai cadere a peso morto sul letto. Iniziai a fissare il vuoto per lunghissimo tempo. Fissai l'orologio.. Passarono secondi, minuti, ore, finchè nel lungo corridoio non risuonarono dei rumori di tacchi e delle scarpe da uomo. Mi voltai con volto pieno di speranza.. Magari era Kazuma!! Accompagnato da quella strega..
 
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»Kasuka«
view post Posted on 17/1/2011, 22:02




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Kazuma Yamashita
Dopo la telefonata era rimasto lì fuori in attesa del termine della visita medica, sorseggiando tranquillo il suo caffè, almeno fino al momento in cui non sentì l’agitazione della dottoressa. -E ora che succede?...- si chiese, fissando preoccupato la porta. Stando alle sue parole Nanami aveva avuto un arresto cardiaco. Ma se era così perché lo sentiva urlare? Iniziava a pensare di essere capitato in una gabbia di matti… Com’era possibile che anche la stessa dottoressa non si rendeva conto che il vampiro stava benissimo? O almeno… Non era così grave come lo descriveva. Sbuffò seccato da tutto quell’inutile chiasso, finendo con tutta calma di svuotare quel bicchiere che aveva tra le mani e attendendo l’uscita della donna dalla stanza. Voleva parlare con lei e chiederle quanto sarebbe passato prima che il ragazzo sarebbe potuto uscire da quel posto. Non sopportava l’idea di doverci passare ancora dei giorni. Da quando, anni prima, aveva avuto quella brutta esperienza con Chiyo aveva iniziato a detestare gli ospedali e se in quel momento era lì era solo per Nanami, non di certo perché gli faceva piacere. Infatti, non appena la vide uscire, la prima cosa che fece fu quella di chiamarla e seguirla un po’ ovunque per domandarle di quella questione, oltre che della salute del suo paziente, naturalmente. E in tutto sprecò una buona mezz’ora a discutere con quella che, oltre le solite quattro parole mirate a farlo star buono, non accennava a rivelare. -Stupida donna…- si ritrovò a commentare mentalmente, piuttosto irritato dal comportamento sfuggevole della sua interlocutrice. Perché non voleva parlare? Gli stava nascondendo qualcosa? Domande che le vennero poste, ma alle quali non rispose se non con monosillabi. -Questa ce l’ha con me…- e come non pensarlo dopo l’ennesimo “No” pronunciato a mezza bocca? La fulminava ad ogni risposta eppure lei continuava ad ignorarlo, fino a quando non raggiunsero nuovamente la stanza del vampiro. A pochi metri da quella, lo storico accelerò il passo portandosi davanti a quell’antipatica e precedendola nel varcare la soglia. Solo che, quando incontrò la figura del povero fotografo, legato come fosse chissà quale pericoloso criminale, il suo sguardo s’indurì più di quanto già era. Senza dire una parola si avvicinò al letto, prendendo a sciogliere le cinghie che si stringevano attorno ai polsi del giovane, senza badare a lamentele varie da parte della donna che entrò appena dopo di lui. -Idioti… Ma chi credono di essere per trattare gli altri in questo modo? Firmerò personalmente i documenti per farlo uscire. Qua dentro non ce lo lascio.-
 
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view post Posted on 17/1/2011, 22:36
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Era veramente lui! Il mio Kazukun!!! Sorrisi con le lacrime agli occhi.. Io avevo paura. Era un luogo per me alquanto spaventoso e pieno di stramberie e come si stavano comportando con me non è che mi rassicurasse molto. Ma fortunatamente lui era lì, a slegarmi da quelle cinghie in pelle che mi stavano ormai facendo arrossare i polsi. La dottoressa si lamentava, ma sinceramente non riuscivo a capir molto bene le sue parole. Ero stanco.. Gli occhi si chiudevano e mi sentivo molto confuso. Con la mano libera, mi slegai a fatica le altre cinghie fissando Kazuma nei suoi occhi color della cenere, luminosi più che mai. Sorrisi gentilmente allo storico, e appena fui completamente libero mi attaccai a lui in un caldo abbraccio. Le lacrime cominciarono a scendere mentre singhiozzavo disperato " Non voglio più star qui.. Voglio tornare a casa mia. Non capisco cosa sta succedendo.. Perchè mi legano se cerco di ribellarmi? Queste che dici sono persone così brave?! " contunuavo a piangere stringendomi tra le sue possenti braccia " Non so nemmeno perchè mi hanno piantanto questa zanzara nel braccio.. Voglio esser libero!! Ci sto da pochi secondi, minuti o cosa!! Ma non posso sopportare più un luogo simile!! " all'improvviso la testa mi girò facendomi cedere le gambe e sedere sul letto. Non riuscivo nemmeno a reggere il mio peso in quella posizione, allora mi sdraiai. Cominciai a sbadigliare, facendo riempire i miei occhi di lacrime. Cercavo di rimanere sveglio ma era tutto inutile.. Mi attaccai con le dita al letto cercando di trascinarmi via, un impresa molto ardua e difficile.. Anzi impossibile. Il mio cuore batteva forte, mentre le lacrime scendevano rapide. Ma cosa mi avevano fatto? " Gli abbiamo dato un'alta dose di sedativo... Per calmarlo, poichè era così agitato. " . Alzai il capo, sempre piangendo con sguardo che chiedeva aiuto allo storico " Non capisco.. Cos'è? Ka...Kazu.. " gli occhi si chiusero, facendo cadere il mio corpo privo di qualche forza sul letto. Non riuscivo più a parlare e i suoni divennero confusi.. Era tutto veramente strano. Che mi avessero drogato?!
 
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»Kasuka«
view post Posted on 18/1/2011, 00:12




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Kazuma Yamashita
Aveva paura. Il vampiro aveva paura di stare in quel posto e come dargli torto, povero ragazzo, visto come veniva trattato? Invece di tranquillizzarlo lo agitavano, invece di spiegargli cosa gli facevano lo legavano come un animale e lo sedavano a forza. Ma dove avevano studiato quegli idioti? Sempre se avevano regolarmente frequentato l’università, perché a giudicare dai loro modi sembravano averla comprata la laurea. E a tranquillizzare il paziente in questione spettava a lui, concedendogli quell’abbraccio nel quale era corso a ripararsi non appena fu libero. -Non preoccuparti. Torniamo a casa presto.- gli ripeteva a bassa voce, coccolandogli la nuca senza, però, avvicinarsi alla zona fasciata. Non lo lasciò andare finché non gli cedettero le gambe e per un momento il giapponese si preoccupò. Ma in fondo era normale. Nanami era sicuramente stanco e aveva bisogno di tranquillità e riposo, cosa che quegli imbecilli dei medici non riuscivano a dargli, o almeno non nel modo giusto. Tutto ciò che erano riusciti a fare, oltre che spaventarlo a morte, era stato sedarlo, e di questo lo storico venne a conoscenza soltanto quando la dottoressa alle sue spalle decise di metterlo al corrente. Probabilmente temeva un’altra serie di domande da parte dell’uomo e cercò di prevenirle informandolo. Peccato che fu il suo peggior errore. Infatti, invece di tranquillizzarlo lo innervosì ulteriormente, portandolo ad assumere quel classico atteggiamento da re dei ghiacci che assumeva quando arrivava al limite in circostanze “normali”. -E’ questo il sedativo?- le chiese con tono freddo e secco, sfiorando la flebo con le dita. La donna non rispose, fissando, piuttosto preoccupata, la mano dell’uomo che scivolava lungo il tubetto collegato al braccio del vampiro. -Chi tace acconsente.- pensò, sfilando delicatamente l’ago dalla vena dell’altro. Bloccò la leggera fuoriuscita di sangue con un fazzolettino che estrasse dalla tasca dei pantaloni e le continue obbiezioni della dottoressa non gli impedirono di agire come meglio credeva. Sollevò le coperte, adagiandole sul corpicino di Morgan, gli sfiorò la guancia in una leggera carezza e tornò a rivolgersi alla donna alle sue spalle, perché non si degnò di voltarsi, segno che per lui quella valeva meno di zero. -Voglio che mi vengano portati immediatamente i documenti per anticipare l’uscita del ragazzo.- La donna lo fissò crucciata, esitando qualche istante prima di rifilargli una delle sue solite risposte -Impossibile. Lei non è un parente.- Parole che non bastarono a fermare le intenzioni del giapponese, che voltò appena il capo per fulminarla con quel suo sguardo completamente gelato. -Non ha parenti.- verbò, senza mutare il suo tono glaciale. -Allora temo dovrete aspettare il mio consenso per l’uscita.- rispose lei, con un tono di sufficienza, segno della sua certezza di vittoria. -Crede davvero che lo lascerei nelle mani di un branco di incompetenti come voi? Pretendo quei documenti.- Negli occhi della dottoressa si dipinse vero e proprio astio, e le sue parole non mutarono. -Le ho già detto che non è possibile. Soltanto il paziente, se maggiorenne, oppure chi ne fa le veci possono firmare quelle pratiche.- Il giapponese continuò a guardarla con la coda dell’occhio fino al momento in cui non si voltò completamente. Il suo volto era completamente apatico. -Sono il suo convivente.--Non è vero!--Osa mettere in dubbio le mie parole?!- Un rapido scambio di battute il loro, che si concluse con l’aumento del tono di voce di Kazuma. -Ora posso avere quei documenti? O preferisce che mi rivolga a qualche suo superiore elencandogli i motivi della mia scelta?- pronunciò, tornando a regolarizzare la voce su una tonalità piuttosto bassa e minacciosa. Sì, minacciosa. Sembravano vere e proprie minacce le sue… Ma in che guaio si stava cacciando? Probabilmente neanche si rendeva conto di ciò che aveva appena affermato… Un’affermazione assolutamente falsa, poi…
 
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view post Posted on 18/1/2011, 00:45
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Un altra volta a dormire tra le braccia di un Morfeo molto potente, che se anche mi rendevo conto di dormire. Mi sentivo immobilizzato e immerso sempre in uno strano buio. Però iniziai a sentire uno strano tepore.. Delle calde coperte mi stavano avvolgendo. Aprii gli occhi piano piano. Finalmente mi ero svegliato.. Però ero ancora in quella prigione. Mi guardai un po' intorno. Tutto era offuscato e mosso, come se mi trovassi sott'acqua e gli oggetti li visualizzavo come scure ombre. Kazuma, dov'era? Che l'avessero mandato via perchè mi aveva aiutato? Mi alzai a stento da quel letto, reggendomi ad ogni cosa. All'improvviso il ripiano a cui mi appoggiai, si rovesciò facendo cadere tutti gli oggetti con me al loro seguito. Mi rialzai per l'ennesima volta arrivando al corridoio luminoso. Della gente si avvicinava a me, cercando di spingermi dentro la camera e io li spinsi con tutta la forza che avevo in corpo buttandoli a terra " LASCIATEMI STARE!! " cominciai a correre per quella strada così luminosa da accecarmi. Le voci erano molte, tutte dietro di me. Non capivo molto le loro parole... Che volevano?! Fermarmi? Non ci avrei pensato nemmeno per un secondo! Continuavo a correre, lanciando oggetti di ogni genere contro quegli uomini che mi venivano addosso. Tutto era così confuso e mosso.. La testa cominciava a dolermi sempre di più come anche la spalla. Mi fermai per un secondo afferrando la testa tra le mani " Che male... Kazukun... Dove sei! " gli occhi si illuminarono di quell'azzurro ghiaccio che preannunciava la tempesta. Erano troppi.. Con la sola forza del corpo non sarei riuscito a contrastarli tutti. Dovevo tornare da Kazuma, costi quel che costi. Avrei mascherato l'uso del potere così nessuno mi avrebbe scoperto. Sferravo dei pugni, ricoperti da sfere d'aria che con l'impatto contro il corpo, scagliava le persone lontane da me. Continuavo questi combattimenti per tutto l'ospedale, finchè non arrivai all'uscita. Si scagliarono addosso a me e io cominciai a sferrare di nuovo i miei colpi senza esitazione. Un altra fitta alla testa mi fece distrarre, facendomi atterrare da quegli energumeni. Richiamai i poteri dell'aria ma nessun segno. Li avevo ripersi a causa della debolezza. Mi iniziai ad agitare quando un rumore di tacchi mi fece alzar lo sguardo spaventato. " Non era previsto un risveglio così anticipato.. Ma ora starai tranquillo per un po', vero? " vidi un'altra di quelle specie di zanzare, da cui uscì un liquido dall'odore acre. Avevo paura.. Che fosse quello il veleno?! Continuai ad agitarmi " VOGLIO TORNARE A CASA! LASCIAMI!!!!! VOGLIO TORNARE DA KAZUMA!!! " strinsi i denti guardandola minacciosa mentre mi prese il braccio puntando quell'affare dalla punta fredda contro il mio braccio chiaro.. Non volevo dormire ancora, volevo solo star sul divano con Kazukun, a imparare tante cose assieme a lui... In realtà, mi bastava star accanto a lui, per star bene!
 
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»Kasuka«
view post Posted on 18/1/2011, 03:35




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Kazuma Yamashita
Aveva finalmente ottenuto le pratiche che voleva ed era stato chiamato, anche se con qualche ora di ritardo, a firmarle per anticipare l’uscita del vampiro che ancora ronfava tranquillo a causa del sedativo e, stando alle parole di colei che aveva osato somministrarglielo, ne avrebbe avuto ancora per ore. L’infermiera lo attendeva dietro la porta per guidarlo alla reception e occuparsi del completamento di quei fogli e lui approfittò della distrazione di quella per accarezzare ancora una volta il visino rilassato dell’altro prima di allontanarsi definitivamente e seguire la ragazza.
Impiegarono un po’ a terminare il tutto, questo perché dovettero fotocopiare alcuni dei suoi documenti, convalidare le firme, riempirlo di inutili domande, insomma… perdere tempo, cosa che di certo non giovò all’umore già compromesso del giapponese. Ma fortunatamente anche quella tortura finì e poté tornarsene dal suo studente per vegliare sul suo sonno. Solo che… prima sarebbe dovuto passare in bagno. Eh già, con tutto quel trambusto erano passate ore dall’ultima volta che si era concesso il piacere di quella particolare pausa, e ne approfittò per fermarsi in una toilette riservata ai visitatori strada facendo. Impiegò giusto qualche minuto per liberare la vescica da quel terribile peso, poi tornò a dirigersi verso la stanza di Nanami. Una folla, però, attirò la sua attenzione. Parlavano di un ragazzo probabilmente impazzito, uno dei nuovi arrivati. Sembrava essere pericoloso e si dibatteva fuori dall’edificio, infatti a tutte le finestre si erano riuniti gruppetti di pazienti e infermieri per godere di quello show. Incuriosito anche lo storico si avvicinò, approfittando dell’allontanarsi di alcuni anziani che tornavano a riposare le loro vecchie ossa sui loro materassi, e ciò che vide non gli piacque affatto. Il ragazzo di cui parlavano era proprio il vampiro. Ma come ci era arrivato là fuori?! Il piano in cui si trovava era circa il terzo e da quella distanza gli era possibile notare ogni particolare, siringa compresa tra le mani della stessa dottoressa che voleva negargli il permesso di portarlo via di lì. Voleva sedarlo di nuovo, era ovvio, e il comportamento scontroso dello spagnolo non aiutava di certo a convincere quei tipi del contrario. Come poteva aiutarlo da quella distanza? La sua voce non sarebbe arrivata fin a loro, tantomeno sarebbe bastata ad impedir loro di iniettare quella sostanza nelle vede del ragazzo. Poteva solamente ricorrere ai suoi poteri senza farsi notare… ma in che modo? -Ma certo…- pensò. Sfruttò semplicemente la sostanza liquida all’interno di quel contenitore di plastica per allontanarlo dalle mani di quella vipera. Come? Agitandola. I suoi poteri gli permettevano di comandare l’elemento dell’acqua e così era per tutte le sostanze liquide che ne contenevano. Si limitò a farla scaldare rapidamente e ad agitarla al punto da scivolar di mano alla donna che, grazie all’eccessivo calore, non riuscì a tenerla ulteriormente a contatto con la pelle. Un diversivo che gli avrebbe permesso di raggiungerli al piano terra, cosa che tentò di fare il più rapidamente possibile con l’ausilio delle scale nel momento esatto in cui si assicurò che quel tubetto rotolasse ben lontano da quegli imbecilli. E anche se l’avessero raggiunto non avrebbero potuto toccarlo prima di qualche minuto. -Fermatevi!- urlo in direzione di quelli, una volta all’esterno. Stava attirando l'attenzione? Sì, decisamente, ma non avrebbe permesso loro di alzare di nuovo un solo dito su quel ragazzo.
 
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17 replies since 10/1/2011, 01:26   144 views
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