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Appartamento di Kazuma Yamashita, [NC17]

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»Kasuka«
view post Posted on 3/1/2011, 03:23




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Kazuma Yamashita

Erano passati due giorni da quella disastrosa festa di fidanzamento che, a sorpresa, si era rivelata quella di Nanami. La conclusione di quell’incontro non era stata delle migliori e forse era proprio quello a rendere l’umore dello storico decisamente pessimo. Aveva passato due giorni a pensare a quanto era accaduto in quel giardino, alle parole del fotografo e a quelle della peschetta che non preannunciavano nulla di buono, ma allora non era riuscito ad impedirgli di trascinare via Morgan e di questo si sentiva decisamente in colpa. Gli aveva promesso di aiutarlo eppure, proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno, lui non era stato in grado di far nulla. Aveva provato perfino a chiamarlo, come suggeritogli due giorni prima dallo stesso Morgan, ma le sue telefonate non avevano avuto esito positivo e confermavano appieno le cattive intenzioni di Hope. Probabilmente era per quel pensiero fisso che in due giorni non aveva toccato neanche un foglio di lavoro, e nonostante questo aveva dormito pochissimo, cosa che si poteva facilmente capire dalle profonde occhiaie che spiccavano su quel viso tanto pallido. Andava avanti solo a caffè ormai, ed era proprio in compagnia di una bella tazza fumante mentre, ansioso, attendeva l’arrivo del suo studente. La lezione l’avevano fissata per quello stesso giorno, ma chissà se si sarebbe presentato, oppure… -Dannazione!- imprecò mentalmente, depositando la tazza sul tavolino basso del salotto e andando in bagno per bagnarsi il viso. Era impazzito o cosa? Agitarsi in quel modo non era da lui e di certo non poteva mostrarsi in quello stato di fronte ad un estraneo. Perché sì, affetto a parte, Morgan altri non era che un perfetto estraneo per il giapponese. Controllò l’orario per l’ennesima volta: mancavano almeno trenta minuti e Nanami era sempre in ritardo -sempre se si fosse presentato-, quindi aveva il tempo di farsi una doccia, tanto per rilassarsi un po’ con quel getto bollente che scioglieva i suoi muscoli fin troppo tesi. E quel tempo a sua disposizione lo impiegò tutto, uscendone leggermente più calmo. Ma solo leggermente, perché il malumore persisteva e avrebbe impiegato parecchio ad andarsene. Infatti non si preoccupò neanche di mettersi addosso qualcosa di decente. Si limitò ad una semplice maglia bianca di cotone e un paio di pantaloni da ginnastica che prendevano una chiara tonalità d’azzurro. Recuperò nuovamente la tazza dal salotto e se ne tornò in cucina per riempirla e occupare quella snervante attesa con un’altra buona dose di caffeina -anche se una camomilla era decisamente più indicata-.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 03:46
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Due lunghissime giornate, che non passavano mai. Rinchiuso nella camera di Hope, che andava avanti a giocare con il mio corpo. Giocava in tutti i modi possibili ed immaginabili, mentre continuava a mangiarmi, bucando sempre lo stesso punto del mio collo. Non avevo dormito da giorni, e il sangue venne del tutto ingurgitato da lui. Però poi, mi lasciò andare il giorno stesso in cui avevo l'appuntamento con Kazuma. Evidentemente, si era stufato.. E aveva finito di giocare con me. Scappai a casa, erano le sei del mattino. Correvo il più veloce possibile. Appena arrivato a casa, andai a farmi una goccia per lavarmi dal sangue che avevo intriso da giorni negli abiti. L'odore era nauseante.. Appena uscito dalla doccia, non mi sistemai come al solito i miei capelli. Ero stanco e stufo.. Non mi importava più di niente. Avevo fame, mi avvicinai al vaso di rose ancora fresco sul tavolo, ma quando stavo per afferrarla, mi immaginai il suo sapore e un crampo allo stomaco mi fece passar la fame. Non potevo mangiare, non dovevo.. Sentivo che avrei dato di stomaco. Andai davanti all'armadio e optai per degli abiti di colore scuro. Non sapevo perchè, ma il mio umore era nero.. Maliconico. Appena messi gli abiti, uscì dall'edificio di corsa. Raggiunsi la strada e a fatica riuscivo a tenere il mio solito ritmo. Dopo vari minuti di corsa, raggiunsi l'edificio di Kazuma. Continuai a correre e arrivato alla sua porta, suonai due volte il campanello. Speravo di non esser in ritardo..
 
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»Kasuka«
view post Posted on 3/1/2011, 04:15




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Kazuma Yamashita

Era ancora indaffarato a drogarsi di caffè quando sentì il campanello suonare due volte. Alzò gli occhi sul piccolo orologio da muro posto in cucina: non poteva essere lui, era ancora troppo presto -rispetto al solito ritardo ovviamente-. Sbuffò seccato, incamminandosi verso la porta d’ingresso in compagnia della sua fidata tazza. -Chi diavolo rompe proprio oggi?...- si domandava con una delicatezza fuori dal normale -molto fuori-. Immaginava già chi potesse essere: la vicina. Quella fastidiosissima donna che sbucava sempre nei momenti meno opportuni per fargli assaggiare chissà quale ricetta cucinata con le sue dolci manina. Bleah! E con quella convinzione girò la maniglia in ferro, con un’espressione a dir poco terrificante stampata in volto, accompagnando il tutto da un bel -Che vuoi?- pronunciato con un tono decisamente poco cordiale. Peccato che davanti non si trovò la figura di quella, ma lo studente che stava aspettando. Rimase qualche secondo a fissarlo, sbattendo le palpebre quasi incredulo nel vederlo sulla soglia di casa sua. Probabilmente non aveva puntato bene le lancette dell’orologio perché un Nanami in anticipo non si era mai visto. -Sei in anticipo.- pronunciò soltanto, come spiegazione per quel pessimo saluto. Il vederlo, però, non gli risollevò di certo il morale. Non era felice che si fosse presentato all’appuntamento? Certo che lo era, solo che avrebbe preferito vederlo in condizioni migliori. Quel visino sciupato la diceva lunga su come aveva passato i due giorni precedenti, e ora al posto di uno zombie ce n’erano due. -Entra.- lo invitò qualche istante dopo, spostandosi dall’entrata e dirigendosi in cucina per posare la tazza. Un ultimo sorso e quella fu vuota, pronta ad essere lavata, ma non in quel momento. Semplicemente la depositò nel lavandino, tornando poi dal suo ospite per raggiungerlo nel salotto. In silenzio recuperò i libri necessari, andando poi ad occupare il solito divanetto, e da quelli tirò fuori un quaderno che porse al vampiro. -Questo è tuo. Lo userai per gli esercizi, vedi di non perderlo.- gli spiegò, andando ad aprire il volume più piccolo intorno alla decima pagina. -Vuoi qualcosa da bere prima di iniziare?- Il suo tono era particolarmente piatto. Non un filo di nervosismo, né altro, soltanto un suono distaccato che doveva adottare per non mostrare il suo pessimo umore.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 04:44
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All'apertura della porta sorrisi leggermente, ma quel saluto mi fece spalancare gli occhi e tremare. Che voleva dire?! Stavo per indietreggiare, quando il suo atteggiamento cambiò di colpo " Sono in anticipo perchè.. " non riuscii a finire che quello sparì dentro. Sospirai, leggermente preoccupato per il viso che aveva Kazuma. Che gli era successo? Entrai, chiudendo piano piano la porta non facendo rumore. Mi diressi come la volta precedente sul semplice divano, che me ne sapeva un po' di ospedale. Quando giunse da me, mi mostrò un quaderno. L'osservai ascoltando attento le parole attente di lui. " N-no grazie, non ho sete.. Sto bene così. " sorrisi ossevando il libro. Non capivo un accidenti di ciò che c'era scritto. Era veramente un casino il giapponese per un europeo. Ma non riuscivo a concentrarmi, neanche mettendomici d'impegno. Tornai a guardare l'uomo. Il suo volto era marcato e pallido, non stava per niente bene. Allungai una mano, appoggiandola sulla sua fronte. Sorrisi " Non hai la febbre per fortuna.. " mi inginocchiai davanti a lui, a guardare il suo volto. Non sopportavo vedere un'uomo così bello ridotto in uno status simile. " Che cos'è successo signor Kazuma? Se sta male, si metta a letto.. Io posso venir un altro giorno. " poi mi ricordai improvvisamente del taglio nella mano. Che si fosse infettato e che si sia ammalato? Afferrai di fretta la sua mano, studiandola attentamente. Nulla, nemmeno una cicatrice. Divenni ancora più preoccupato, guardandolo dritto negli occhi " Che cosa le è accaduto? La prego, non riesco a vederla così! Cosa posso fare per aiutarla!? " lasciai andar la sua mano continuando però a non togliere lo sguardo da lui, preoccupato.
 
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»Kasuka«
view post Posted on 3/1/2011, 05:20




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Kazuma Yamashita

Non voleva nulla. -Va bene, allora iniziamo.- Furono quelle le sole parole che gli rivolse al di fuori della lezione, perché da quel momento in poi si limitò a spiegare soltanto l’argomento del giorno che altri non era che la composizione di una frase compiuta. E non accennava a frenare nonostante la continua distrazione del vampiro, che tutto sembrava tranne che in grado di reggere ad una sua lezione. Temeva che se si fosse fermato Nanami avrebbe iniziato a parlare e non sarebbe più riuscito a mantenere quell’autocontrollo che si ostinava a mostrare. Soltanto il contatto con la fredda mano di quello riuscì a compiere l’ardua impresa di zittirlo. Il suo sguardo si spostò sul visino del ragazzo, lo seguì in ogni suo movimento, fino a trovarselo nuovamente ad una distanza fin troppo ridotta. Non era certo per sé stesso se continuava a distrarsi, ma per la salute del giapponese che quel giorno non sembrava granché. Ma cosa avrebbe potuto dirgli? Che sembrava un cadavere per averlo lasciato andare con quella pesca ambulante? No. Se aveva imparato a conoscerlo almeno un minimo prevedeva avrebbe avuto forti sensi di colpa, così come ne aveva lui nel vederlo in quello stato. -Ho solo dormito male...- mormorò come giustificazione. In fondo in parte era vero, anche se c’era un motivo ben preciso dietro. Ma anche lui era troppo distratto per potersi accorgere della possibile curiosità che poteva scatenare, e la sua distrazione altri non erano che gli occhi dorati di quel ragazzo. Ogni volta che finiva per incrociarli si ritrovava incapace di sfuggirgli. Che avessero un effetto ipnotico? Può darsi, visto che inconsciamente il giapponese portò la mano che prima era stretta tra le gelide del vampiro fino al viso di quest’ultimo. Con il dorso carezzò leggero la guancia corrispondente e… niente, si accorse in tempo del grosso, grossissimo errore che stava per fare e scostò a forza lo sguardo, allontanando altrettanto rapidamente la mano. -Non devi preoccuparti, sto bene. Se vuoi continuare torna a sederti, altrimenti possiamo rimandare…- Il suoi tono tornò piatto, l’autocontrollo si ristabilì. Un altro secondo passato a specchiarsi nei suoi occhi e sarebbe stato lui a tentare di baciarlo. -Devo essere impazzito! Come mi è saltato in mente?!- Già, come gli era saltato in mente? Beh, una risposta c’è, è solo troppo presto per svelarla… Forse.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 05:38
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Dormito male.. Ma per cosa? Che gli era successo?! Non capivo.. I miei occhi continuavano a star incollati ai suoi, quando all'improvviso sentii un tempore sulla mia guancia. Era la sua mano.. Mi stavo per appoggiare sorridendo, ma quest'ultimo sfuggì un altra volta. Perchè si era comportato così? Ci pensai un po' su e alla fine, conclusi che era solo preoccupato per me. E la conferma arrivò dalla sua proposta...E se invece.. Non ci potevo credere! Stavo facendo così schifo allo storico, da cercarmi di mandar via?! Rimasi leggermente scosso. Mi alzai in piedi, nel più totale silenzio, mentre guardavo il moro dall'alto. Non ci potevo credere, non volevo crederci! Aveva scoperto del mio ehm.. Orientamento.. Orientamento sessuale ecco! Aveva scoperto che cosa mi attraeva, e lui in tutta risposta cercava di liberarsi di me. " Rimandiamo la lezione. " il mio tono era serio, come anche l'espressione dura che mutò completamente il mio volto. I tratti da giovane adulto si marcarono, mentre il mio sguardo era gelido " Non riuscirei a concentrarmi a far una lezione così.. Quindi ora faccia il bravo! " abbassai il busto appoggiando la spalla sulla sua imboccatura dello stomaco mentre con il braccio lo tenevo stretto a me. Mi alzai di colpo così da non lasciargli il tempo di obbiettare, prendendolo come un sacco di patate e trasportandolo verso la sua camera. " Ho notato che ha bevuto del caffè.. Non l'aiuterà di certo a dormire, ma farà lo stesso uno sforzo, se non vuole che mi arrabbio. " la mia voce era molto diversa, così fredda e dura da sembrar persino un'altra persona dalla tonalità che aveva preso. Aprii la porta, trasportando senza troppa fatica l'uomo. Arrivato accanto al letto, tirai giù le coperte con un colpo d'aria. Ci feci stendere lentamente lo storico, mentre con un altro gesto di vento gli tiravo su le coperte. La mia espressione si addolcì, mentre guardavo quella mano che era libera da quelle coperte; la stessa che poco prima aveva accarezzato il mio volto. " Questa è casa sua, questo mio atteggiamento è veramente.. ripro.. riplo.. va beh sbagliato! Ma non permetto assolutissimamente, che si riduce uno straccio inzuppato di caffeina! " mi sedetti accanto al letto, appoggiando la testa sul morbido materasso " Sarò qui.. In caso lei abbia bisogno di qualcosa.. Ma la supplico di chiuder occhio e riposare. " rialazai il viso, sorridendogli " Non mi addormenterò e la difenderò in ogni modo.. lo giuro. " continuai a sorridere, mentre aspettavo qualche reazione di lui. Se avesse cercato di andarsene, l'avrei riportato a letto, se invece si fosse addormentato, avrei fatto quello che gli avevo promesso.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 06:07




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Kazuma Yamashita

Era incredibile quanta forza possedesse quel corpicino tanto esile. Nanami aveva interrotto lì quella lezione, ma il suo tono era diverso, strano. Che avesse detto qualcosa di sbagliato? Forse era stato il modo in cui aveva pronunciato le sue parole a farle sembrare più dure del dovuto, ma non era certo sua intenzione offenderlo. Lo osservò dal basso: quel viso così duro, quel tono tanto freddo… Non sembrava nemmeno lui. Istintivamente lo storico aggrottò le sopracciglia, quasi non credesse di aver davanti quel ragazzino tenero di qualche istante prima, e nuovamente quello lo sorprese sollevandolo come fosse nulla. -Ma che…?!- si lamentò appena, senza capire effettivamente dove volesse arrivare. Semplice: al letto. Oh, no! Non per fare chissà cosa. Solo per rimboccare le coperta a Kazuma con l’intento di farlo riposare. Ma era impazzito all’improvviso?! Nonostante fosse un pensiero carino il suo, dettato dalla preoccupazione per la salute del più grande, certe improvvisate non gli facevano guadagnare punti ai suoi occhi, anzi… si beccò una bella occhiataccia con tanto di broncio. -Non ho bisogno di dormire.- verbò verso l’altro, sedendosi sul materasso per spostare le coperte ed alzarsi. Già in quei giorni dormire era impossibile, figurarsi con qualcuno che ti guarda… Soprattutto se quel qualcuno era Nanami. Quel ragazzino era… era…!!! Non lo sapeva neanche lui cos’era, ma sicuramente una specie di calamità naturale che aveva deciso di abbattesi proprio sulla sua monotona vita. E sarebbe dovuto esserne infastidito, desiderare di riavere la sua tranquillità… Iniziava a pensare di essersene invaghito sul serio… -Eh?! Ma scherziamo?! No!- Okay, solo per pochi secondi, ma almeno iniziava a realizzarlo.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 06:24
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Il suo viso era duro contro di me, irritato per ciò che avevo fatto. " No non ha bisogno di dormire.. Si vede dalla sua faccia. " e appena quello stava per andarsene, con un colpo d'aria lo feci girare e rinfilare sotto le coperte. " Mi dia del maleducato.. Mi prenda a nomi... " mi alzai cominciando a ridere istericamente mettendomi una mano sul volto mentre l'altra sul fianco " Non la capisco questa società.. Se si è gentili si viene presi a calci! Se si cerca di aiutare qualcuno, per pazzi! " continuai a ridere portando le mani sui fianchi. Ma all'improvviso mi bloccai, tenendo sul mio volto un'espressione irosa accompagnata da un sorriso " E io, che diavolo ci faccio qua? Perchè non sono morto!! " mi sedetti accanto al letto con le gambe al petto " Mi maltratti.. Mi picchi pure se ne ha bisogno.. Ma lei deve riposare. Non voglio che lei dorma.. Ma almeno lei, che può viver tranquillo, riposi. " lasciai cadere giù dritte le gambe " Sono.. Un esserino fastidioso. Lo so che lei mi pensa così.. Lo sapevano tutti, tranne me. " ridacchiai appena " Un ragazzino, che è piombato nella sua tranquilla vita quotidiana. Fastidioso eh? " mi alzai non sopportando quelle parole che dicevo al moro " Dorma.. Io sarò di là. Appena sveglio, toglierò il disturbo. " camminai lento verso la sala, quando sentii mancarmi le forze. Rischiai di cadere ma mi ressi allo schienale del divano. Mi ero comportato da pazzo.. Ma la mancanza di sonno, mi dava alla testa. Mi rimisi in piedi, andandomi successivamente a sedere sul divano. Gli occhi erano pesanti, ma non li lasciavo chiudere per nessun motivo. Afferrai il libro che mi aveva messo davanti il professore, mentre con il dizionario cercavo di spiegar le parole che non conoscevo. Ma niente da fare, non riuscivo a trovar nemmeno una parola. Sbuffai seccato appoggiando tutto sul tavolino, buttandomi con la schiena in dietro e fissando il soffitto. Perchè mi sentivo così vuoto?
 
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»Kasuka«
view post Posted on 4/1/2011, 04:07




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Kazuma Yamashita

-E’ pazzo…- ecco quale fu il primo pensiero del giapponese nel godere di quella scena che avrebbe definito inquietante, in cui quel tenero ragazzino si mostrava nel ruolo di protagonista. Non riusciva a capire cosa gli fosse preso, in fondo non sarebbe comunque riuscito a dormire. Erano due giorni che il suo cervello non riusciva a smettere di pensare e solitamente accadeva per lavoro e mai così intensamente da impedirgli di chiudere occhio anche solo per due ore, ma in quella circostanza era diverso perché ad impedirglielo era una situazione insolita per lui e per imparare ad affrontarla ci avrebbe impiegato un po’. “I legami portano soltanto sofferenza…” era proprio a questo che si riferiva quella frase. Per colpa dell’affetto che inaspettatamente aveva iniziato a provare verso quel ragazzo tanto imprevedibile, stava peggio che dopo aver lavorato per due mesi di fila senza sosta. E il solo pensarlo lo innervosiva ulteriormente, così come le parole che ad un certo punto l’altro iniziò a pronunciare. Vita tranquilla, riposare, reputarlo un esserino fastidioso… Non aveva capito niente, ecco la verità. Credeva di conoscerlo ma non era così, e in effetti per imparare a conoscere un tipo tanto introverso e riservato come Kazuma ci sarebbero voluti almeno altri cinque secoli. E lo stesso storico se ne rendeva conto, ma non riusciva a calmare l’ira che quel discorso gli scatenò dentro. Infatti rimase interminabili secondi con il viso basso, coperto in parte dalla frangia che lo rendeva scuro come il suo umore, e non si mosse finché l’altro non sparì dietro la porta. Probabilmente ad accentuare il tutto c’era la grande dose di caffeina che gli scorreva nelle vene, quel sonno mancato e la tensione accumulata nei giorni precedenti, per questo, nonostante il suo tentativo di calmarsi contando molto lentamente fino a cento, non riuscì a trattenersi, spostando bruscamente le coperte e aprendo altrettanto bruscamente la porta. -Vivere tranquillo?...- disse non appena individuò la figura del vampiro sul divano. Mosse qualche passo, fino a raggiungere il centro del salottino, nelle vicinanze del tavolo basso, per trovarsi esattamente davanti a lui. -Chi sei tu per affermare che la mia vita è tranquilla?! Pensi di conoscermi così bene?!- a quel punto il tono di voce si alzò radicalmente e i pugni presero a stringersi violentemente. Freddo e brusco, ecco come appariva, e più si lasciava dominare dalla collera, più non riusciva a frenare le sue parole. Lo sapeva bene di sbagliare, perché i suoi ventisette anni in confronto ai cinquecento dell’altro non erano nulla e i due giorni precedenti erano stati decisamente peggiori per Nanami che per lui, ma quello aveva toccato un tasto ancora dolente per il giapponese che, nonostante di solito non agisse in quel modo, in quell’occasione non riuscì a farne a meno. -Non vivrò mai tranquillo… Mai! E ci mancavi tu a complicare le cose! Perché credi che non abbia chiuso occhio le notti scorse?! Per divertimento?!- urlò ancora, gesticolando, fino a spostare quel suo sguardo furioso altrove e dargli le spalle per camminare nervosamente in direzione della cucina con una mano a stringersi le tempie. -Maledizione… Lo sapevo che dovevo tenermi lontano da te… Lo sapevo!- e con quella stessa colpì lateralmente la parete che divideva quella stanza dal resto dell’appartamento. Perché ora attribuiva la colpa di tutto a Nanami? Era davvero così crudele da farlo nonostante conoscesse la fragilità di quel ragazzo? No, non era lui che incolpava nonostante lo sembrasse. Incolpava sé stesso per aver abbassato la guardia e aver ceduto. Perché ormai si era rassegnato: gli voleva bene e nonostante avesse cercato in tutti i modi di evitare di far capire all’altro il motivo di quel suo pessimo stato, beh… Aveva miseramente fallito, confessandolo lui stesso.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 04:46
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Stavo per addormentarmi.. Non mi sentivo affatto bene. Ma un forte colpo mi fece alzar di colpo dalla mia postazione. Guardai il volto di Kazuma, così scuro da terrorizzarmi come il suo tono. Le sue parole erano più pungenti di qualsiasi altra arma. Il mio volto era pieno di stupore, mentre sentivo delle grosse fitte provenir dal petto. Non ero nessuno io, non lo conoscevo affatto è vero. Ma perchè doveva trattarmi così?! Perchè?? L'avevo solo aiutato, lo volevo far riposare!! Non volevo di certo insinuare nulla! Non conoscevo il suo passato.. E di certo non gliel'avrei mai chiesto, a meno che non me l'avesse detto lui di sua spontanea volontà. Sentii solo " Ci mancavi tu a complicare le cose! " tutto crollò in quel momento. Una stretta alla gola, il mio corpo completamente avvolto nel ghiaccio mentre mi sentivo.. Solo. Io ero solo, lui non mi voleva tra i piedi, come nessuno di quell'epoca. " Dovevo tenermi lontano da te! " .. Lo diceva con una tale rabbia, che mi faceva star ancora più male. Guardavo Kazuma, con volto shockato, mentre indietreggiavo spaesato. Qualcosa ostacolò i miei passi, facendomi cadere all'indietro. Un rumore fragile, di qualcosa che si rompeva e un fuoco che invadeva le mie mani. Ero caduto all'indietro, spaccando il tavolino dello storico. I pezzi di vetro si conficcarono nella carne, sentivo solo un lieve dolore. Rimasi seduto sempre con la stessa espressione, alzando le mani e fissandole. Afferrai il pezzo più grosso, estirpandolo senza troppa delicatezza dalla mia mano. Il male era forte, ma in quel momento il mio cuore si stava disintegrando facendomi sentir un male mai provato in vita mia. Ma la cosa che non notai subito, era che dalle ferite non sgorgava sangue. Era un brutto segno.. Ma ero felice così. Mi alzai, stringendo i pugni e piantando ancora di più i frammenti " G-Già.. Se ero lontano da lei, non avrei fatto certi danni.. " sorrisi anche se lo sguardo era sempre lo stesso con aggiunta di grossi lacrimoni che stavano per uscire " Ho fatto un altro danno. La..La ripagherà il mio capo.. O se-se vuole ci penserò io. " una breve risata accompagnata da delle lacrime che non riuscii a trattenere " Ora sparisco. " stavo per camminare, quando sentii la caviglia dolermi. Alzai la gamba, estraendo un frammento che si aveva attraversato da parte a parte. Non un verso, nemmeno un accenno di dolore su quel viso in cui era dipinto uno strano sorriso. Vidi per terra uscire dal libro avvolto dai frammenti, il disegno che gli avevo fatto. L'afferrai tenendolo tra le mani e contemplandolo " ...Io non sono mai esistito. " ruppi il foglietto, lasciando cadere a terra i piccoli coriandolini di carta. " Addio. " cominciai a camminare lento, verso l'uscita. Quel giorno, Morgan Nanami, avrebbe finito di esistere. Se non l'avessi fatto con le mie mani, l'avrebbe fatto il mio corpo, a causa della mancata giusta alimentazione.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 06:01




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Kazuma Yamashita

Un rumore acuto di vetro infranto lo costrinse a voltarsi, quasi spaventato dall’improvviso frastuono che risuonò nell’area. Di certo non si sarebbe mai aspettato di vedere il suo prezioso tavolo distrutto, ma ancor meno si sarebbe aspettato un Nanami artefice di quel disastro con una caduta per arma. Nonostante fosse di spalle non faticò a comprendere la sequenza dei fatti, soprattutto perché il vampiro era seduto esattamente a quei pezzi di vetro taglienti sparsi sul pavimento. Ma la domanda era: come diavolo aveva fatto a cadere sul tavolo?! Non era per l’oggetto in sé, ma per le ferite che avrebbe riportato, come quella ben visibile sulla gamba e le varie più piccole sui palmi delle mani. E da quei segni profondi ben evidenti non fuoriusciva neanche una goccia di sangue… Cosa a cui nemmeno badò, perché troppo preso a farsi venire sensi di colpa per l’accaduto. Se si fosse controllato probabilmente Nanami non sarebbe caduto sul tavolo e non si sarebbe ferito, e non solo fisicamente. Perché dalla sua vocina tremante e dalla sua espressione era chiaro il suo stato d’animo. E come poteva essere altrimenti dopo ciò che gli aveva confessato due giorni prima? Che stupido… A pensarci fin dal loro primo incontro non aveva fatto altro che ferirlo, e non era mai stata sua intenzione farlo. In quella particolare giornata doveva solo sfogare quel malumore che si portava dentro da giorni, provare ad accettare di voler condividere qualcosa con un’altra persona, vincere la sua paura di ammettere di voler bene a qualcuno, e tutto per recuperare la sua solita calma e razionalità che in un modo o nell’altro l’avrebbe aiutato ad affrontare quella situazione nuova. Ma aveva scelto l’occasione sbagliata per farlo, perché quelle parole tanto dure avevano spezzato il cuoricino innocente dell’unica persona che non c’entrava nulla, che non aveva alcuna colpa se non quella di essersi innamorato di un uomo tanto idiota come lui. Non lo guardò allontanarsi, puntando lo sguardo sui frammenti di quel ritratto che aveva conservato senza neanche accorgersene. Quale artista distrugge le sue opere? Forse la situazione era più grave di quanto avesse immaginato, e a conferma di quel sospetto quell’”Addio” pronunciato poco prima di incamminarsi verso l’uscita. Che avrebbe dovuto fare? Lasciarlo andare? Ma sì, forse era meglio per entrambi non vedersi più… sparire per sempre l’uno dalla vita dell’altro… Non avrebbe avuto più problemi di alcun genere, né per le lezioni, né con quell’Hope. Sarebbe tornato alla sua monotona vita senza nessuno a disturbarla. Era ciò che voleva, no? Ma se davvero era così per quale motivo sentiva quella strana fitta al petto? E perché si ritrovava a pochi centimetri da quel ragazzino, con una mano sulla sua spalla, intenzionato a non lasciarlo andare? Bella domanda, che però non gli impedì di strattonarlo leggermente per farlo voltare e attirarlo a sé in un abbraccio. Lo stringeva in quella morsa possessiva, con il braccio destro intorno alle sue spalle e la mano sinistra tra i suoi capelli argentati, e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo uscire da quella porta, o meglio… dalla sua vita. Non era ancora pronto per quello strano sentimento per lui inesistente che tutti chiamavano "Amore", ma non avrebbe perso di nuovo qualcuno a lui caro, anche se quel suo affetto, al momento, sembrava non corrispondere sufficientemente quello dell'altro.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 06:37
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Ormai avevo raggiunto la porta, quando una mano si poggiò sulla mia spalla. Tutto troppo veloce per capire appieno cosa fosse accaduto. Ma mi trovavo lì, tra le braccia di Kazuma che mi teneva stretto a lui. Ma che stava succedendo? Perchè prima mi aveva trattato così male e ora non voleva farmi andar via? Afferrai con le mani la stoffa bianca della maglietta dell'uomo, stringendola più forte che potevo. Incominciai a singhiozzare, facendo scendere gelide lacrime che macchiavano il tessuto della semplice maglietta del moro. Non riuscivo più a tratenerle. Quel sentimento faceva male, io non sapevo più come fare. In più i gesti di lui mi confondevano ogni volta di più. Aumentò il pianto " Cosa.. Cosa devo fare per piacerti almeno un pochino?! Sono così odioso? Dimmelo!!! " strinsi i denti e gli occhi lasciando scendere veloci le lacrime, non cercando più di trattenerle. L'amore per gli altri era bello.. Sì! Ma solo se corrisposto, se no era un inferno! Un inferno a cui si ci doveva rasegnare. " Posso sopportare, che tu non mi ami! Ma non posso sopportare l'odio che provi nei miei confronti! Non sopporto che maledici il giorno in cui hai accettato di farmi da professore! " il mio respiro era aumentato come anche la tonalità con cui parlavo " TI AMO TI AMO TI AMO TI AMO TI AMO TI... " una fitta improvvisa allo stomaco mi fece zittire e afferrare con entrambe le mani il petto. Lo stomaco mi bruciava e la testa mi girava da morire. Mi sentivo leggero, troppo leggero.. Mi afferrai nuovamente all'uomo, tenendomi il più stretto possibile " S-Sto male. " le ultime parole che riuscii a dire, prima che le gambe cedessero per l'ennesima volta, facendomi cadere a terra e tossire senza sosta. I crampi allo stomaco si erano fatti ancora più forti facendomi sdraiare a terra " Non vo.. Non voglio!! " cercavo di zittire il mio stomaco, che chiedeva il cibo di cui aveva bisogno. Ma io non potevo e non volevo accontentarlo, poichè avevo giurato di non mangiar mai più sangue. Piantai le unghie nel pavimento, contorcendomi dal dolore mentre urlavo come un matto. Stavo.. Per morire?
 
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view post Posted on 5/1/2011, 03:29




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Kazuma Yamashita

Cosa doveva fare per piacergli? Assolutamente niente. Non ce n’era alcun bisogno perché, nonostante i suoi gesti non lo mostrassero, quel vampiro aveva già distrutto il lucchetto che incatenava il cuore del giapponese. Lentamente lo stava liberando da quella convinzione che l’uomo si portava dentro da anni e questo in soli pochi giorni. Ma quanto gli stava costando quel tentativo? Forse troppo. Non era più semplice voltargli le spalle, come tutti in quegli undici anni passati in quello stato insofferente? No, perché Nanami non era come gli altri, era diverso. Per quel motivo continuava a stringerlo sempre più forte e a coccolargli la testolina argentata, nonostante non proferisse parola. L’avrebbe lasciato sfogare, poi si sarebbe scusato provando ad aprirsi con lui spiegandogli il motivo di quella pessima reazione di poco prima e, magari, il vero significato delle sue parole, perché di certo non intendeva maledire il giorno che l’aveva conosciuto. Solo che non fece in tempo. Nel momento in cui credeva si fosse finalmente calmato, quello pronunciò uno “Sto male”, accasciandosi a terra in preda a forti crampi. -Nanami-kun!- lo chiamò, chinandosi insieme a lui, inizialmente nel tentativo di sorreggerlo. Che gli prendeva? -Nanami-kun, che hai?!- gli chiese, con il tono piuttosto agitato, in preda alla preoccupazione. -Dov’è che ti fa male?! Cos’è che non vuoi?! Parla!- Continuava a spronarlo così, forzandolo a concentrarsi sulle sua parole girandogli il volto con la mano sinistra, nel tentativo di ottenere più informazioni possibili e soccorrerlo al meglio. Finché fosse rimasto zitto non sarebbe stato il grado di aiutarlo e non aveva intenzione di rimanere lì con le mani in mano, soprattutto senza conoscere la causa di quel malore che attribuiva al suo scatto d’ira.
 
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view post Posted on 5/1/2011, 03:53
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La voce preoccupata di Kazuma, mi faceva rimanere lucido. Volevo vivere? Era quella la domanda da pormi. Se avessi seguito la strada del "Non mangiar mai più sangue" sarei sicuramente morto non vedendo mai più l'uomo di cui ero follemente innamorato. Se invece avessi bevuto del sangue al più presto, avrei vissuto ancora e visto il suo volto. La sua mano si appoggiò sul volto, facendomi voltare verso di lui. Era in preda al panico.. Sorrisi a fatica, trattenendo gli urli che sarebbero voluti uscire dalla mia bocca. Riuscii a portare la mia mano sulla sua " Calmati, è tutto ok. Mi.. Mi fa male lo stomaco... gh! " strinsi i denti e gli occhi, tenendo stretta la grossa mano dell'uomo, unica cosa calda che c'era in quel momento. Il mio corpo era molto più freddo del normale e il respiro pesante. Non sapevo che fare... Avrei dovuto dirglielo? Ma se gliel'avessi detto forse l'avrei spaventato facendolo scappare da me, e lasciarmi morire. Ma se non avessi trovato un modo per calmarlo, lui sarebbe stato male... " Non è colpa tua. " forse, credeva che era colpa sua se stavo così, percui vollli precisare anche se con voce tremante, di non preoccuparsi. Presi un lungo respiro, il dolore c'era ma quasi non percepivo più nulla " Kazukun... Sta venendo già notte? " vedevo l'ambiente scurirsi.. Guardai negli occhi l'uomo, l'unica figura abbastanza chiara da vedere " Sono.. Uno stupido.. Sto cercando di andar contro la mia natura... Senza aver successo.. " un altro lungo respiro " Non ho più mangiato sangue... E quello in corpo mi è stato sottratto... " la mano non riusciva più a sostenere il suo peso, percui cadde sul pavimento " Mangio rose.. Mi sostengono e calmano la sete di sangue.. Ma indeboliscono il mio corpo, come veleno. " baciai la mano dell'uomo con le fredde labbra, mentre il mio respiro era impercettibile " Voglio vivere... Accanto a te.. Per sempre... " non riuscivo più a proferir parola, per il fiato troppo corto.. Ma tenevo sempre sul viso un dolce sorriso. Doveva calmarsi...
 
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»Kasuka«
view post Posted on 5/1/2011, 04:27




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Kazuma Yamashita

-Sei uno stupido!- se ne uscì al termine di quella spiegazione. Come poteva sperare di sopravvivere senza cibarsi di sangue? L’unico elemento di cui un vampiro non poteva far a meno, umano o animale che fosse. Ma lui no! Aveva provato in tutti i modi ad aggirare quel particolare con delle rose, come se potessero sostituire quel liquido rosso, e da quel poco che lo conosceva il motivo poteva essere soltanto uno: non far del male ad altri esseri viventi. Imprecò mentalmente, troppo agitato anche solo per pensare ad una soluzione. -Maledizione, Kazuma! Ti sembra il momento per farti prendere dal panico?!- si rimproverò da solo, guardandosi intorno rapidamente. Gli serviva una trasfusione al più presto, ma anche chiamando l’ambulanza non sarebbe arrivata in tempo e sarebbe stato troppo tardi per Nanami. Ci serviva qualcosa di più rapido, di più immediato. E perché non sfruttare la natura dell’altro? Ma non sarebbe riuscito a mordelo debole com’era, e anche potendo non l’avrebbe mai fatto. Se ciò che aveva detto in precedenza era vero, non sarebbe riuscito a fargli del male. A meno che non l’avesse tentato abbastanza da lasciare che la sua parte da vampiro prendesse il sopravvento. -Ma certo!- Lasciò scivolare la mano sulla guancia dell’altro in una rapida carezza, raggiungendo altrettanto rapidamente il tavolo distrutto. Senza pensarci due volte afferrò il frammento più grosso e affilato che aveva a disposizione, passandolo sul palmo della mano destra, la stessa che il fotografo aveva guarito due giorni prima, provocandosi un taglio abbastanza profondo da far fuoriuscire abbastanza sangue. Dalle sue labbra uscì soltanto un -Tch…- dovuto al dolore provato, ma non era di certo il momento per fermarsi a riflettere su quanto facesse male tagliarsi di proposito in un punto tanto delicato. Ripercorse quei pochi metri che lo separavano dal corpo dell’altro ancora disteso a terra e tornò ad accucciarsi accanto a lui, sollevandogli la testa con la mano sana e facendo scivolare quelle gocce color rubino sulle sue labbra. Era convinto che l’odore e il sapore ferroso l’avrebbero destato a sufficienza per passare alla fase successiva. Così gli sollevò anche il busto, macchiandogli i vestiti di sangue -ma in un momento del genere chissene dei vestiti!-, per avvicinarlo al suo collo. Le labbra del giapponese erano in corrispondenza dell’orecchio dell’altro e proprio lì pronunciarono un -Mordimi.- con un tono che non ammetteva repliche. Non un filo di timore, né di ansia. Per Chiyo-san non aveva potuto far nulla, ma per quel ragazzo poteva e questo bastava per eliminare qualsiasi indecisione.
 
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130 replies since 3/1/2011, 03:23   550 views
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